Sanità, i 208 esami diagnostici che Renzi e Lorenzin vogliono tagliare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-09-23

Per i medici una sanzione amministrativa che andrà a incidere sul trattamento economico accessorio e correranno il rischio di essere chiamati a rendere conto del proprio operato davanti alla Corte dei Conti. I cittadini dovranno pagare di tasca propria le prestazioni di cui si vedranno rifiutata la prescrizione

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Ecco i 208 esami “inutili” che Renzi e Lorenzin vogliono tagliare per risparmiare 13 miliardi di euro. Venticinque voci in più rispetto a un mese fa, con l’obiettivo di passare con il ticket soltanto le prestazioni sanitarie appropriate. Va specificato che non è una vera e propria scure, visto che la valutazione dipenderà da condizioni di salute ed economiche del paziente, come ad esempio per l’odontoiatria: da 0 a 14 anni l’estrazione dei denti a carico del sistema sanitario si effettuerà solo nei casi gravi o nei quali le famiglie non possono permettersi il costo. E ancora, spiega Il Sole 24 Ore:

La risonanza magnetica agli arti è “ammessa” soltanto a particolari condizioni, descritte nei dettagli. L’esame del colesterolo potrà essere ripetuto soltanto ogni cinque anni, salvo improvvisi valori elevati, modifiche dello stile di vita o interventi terapeutici. E ancora: per la fisioterapia , gli esercizi respiratori saranno prescrivibili, dunque resteranno a carico del Servizio sanitario nazionale, solo per pazienti con gravi patologie o in fase preoperatoria.
In caso di mancato rispetto delle indicazioni ministeriali i camici bianchi risponderanno con una sanzione amministrativa che andrà a incidere sul trattamento economico accessorio e correranno il rischio di essere chiamati a rendere conto del proprio operato davanti alla Corte dei Conti. Ma la penalità scatterà indirettamente anche per i cittadini, che dovranno pagare di tasca propria le prestazioni di cui si vedranno rifiutata la prescrizione .

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I 208 esami inutili: infografica del Messaggero (23 settembre 2015)

Sanità, i 208 esami che Renzi e Lorenzin vogliono tagliare

Il documento provvisorio, consegnato ieri ai sindacati medici dal ministro Beatrice Lorenzin in occasione di una riunione tecnica al dicastero, ‘infoltisce’ dunque la lista degli esami ‘sorvegliati speciali’ rispetto alla prima bozza resa nota dai sindacati prima della pausa estiva e che indicava 180 prestazioni. Il documento precisa dunque, accanto ad ogni prestazione citata, le ‘condizioni di erogabilità’, ovvero i criteri in base ai quali il medico può prescrivere al paziente quella determinata prestazione a carico del Servizio sanitario nazionale. Ma i sindacati esprimono con forza la propria opposizione: ”Abbiamo espresso perplessità e contrarietà – spiega il segretario Fp-Cgil Medici Massimo Cozza – soprattutto relativamente alla volontà di prevedere una sanzione pecuniaria per i medici. Si tratta di un meccanismo che rischia di rompere il rapporto tra medici e cittadini”. Contrarietà, aggiunge Cozza, “anche perché i cittadini dovranno pagare di tasca propria varie prestazioni in determinate situazioni, mentre altre criticità sollevate riguardano il fatto che le prestazioni prese in considerazione sono relative ai vecchi livelli essenziali di assistenza Lea che risalgono al 1996″. Dubbi pure in merito ai criteri in base ai quali le Regioni saranno chiamate a garantire un’applicazione omogenea dei nuovi criteri di appropriatezza su tutto il territorio. Duro anche il giudizio di Silvestro Scotti della Fimmg: ”Siamo assolutamente critici alla previsione di sanzioni pecuniarie e alzeremo i toni della nostra protesta. Questo provvedimento rientra nella protesta che stiamo preparando nell’ambito della mobilitazione indetta dalla Federazione degli ordini dei medici Fnomceo. Così – rileva – si riduce il ruolo del medico”. A questo punto, “amplieremo la nostra mobilitazione; ci saranno gli Stati generali già annunciati dalla Fnomceo e alzeremo i toni sulla perdita del ruolo medico legata al fatto che i medici debbano prescrivere come fossero dei delinquenti. Il medico, invece – sottolinea il leader sindacale – già normalmente si comporta usando criteri di appropriatezza”. Anche il Sindacato medici italiani (Smi) dice ‘no’ alla ”black list sulle prestazioni: si produrranno conflitti con i pazienti, abusi interpretativi da parte delle aziende sanitarie e delle regioni, quindi un forte contenzioso amministrativo e, spesso, giudiziario”. Le proposte di modifica al provvedimento da parte dei sindacati saranno ora inviate entro venerdì, stesso giorno nel quale dovrebbero arrivare alcuni ulteriori chiarimenti da parte del Consiglio superiore di sanità che ha già espresso parere favorevole al provvedimento. Poi, secondo l’iter previsto, il provvedimento dovrebbe passare all’esame della Conferenza Stato Regioni.
 

La lista delle 208 prestazioni non necessarie sotto osservazione (da Repubblica)

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