Salvini dice che Tria è uno dei motivi della caduta del governo (ma lo aveva scelto lui)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-21

Il leader della Lega torna ad attaccare l’ex ministro del suo governo. Il motivo? In un’intervista a Repubblica Tria gli ha ricordato alcune incontrovertibili verità…

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Matteo Salvini torna ad attaccare Giovanni Tria, ex ministro dell’Economia del governo Lega-M5S, sostenendo che “L’ex ministro Tria è uno dei motivi per cui non c’è più il governo” gialloverde.

Salvini dice che Tria è uno dei motivi della caduta del governo (ma lo aveva scelto lui)

“Hanno bloccato tutto quanto, strade, porti, aeroporti, ferrovie. Il taglio delle tasse non ce lo facevano fare, quindi abbiamo detto: facciamo votare gli italiani. Noi siamo persone serie e stiamo al governo se possiamo fare quello che abbiamo promesso”, ha spiegato Salvini a margine di un incontro con i cittadini a un gazebo della Lega a Milano. Al governo “ci torneremo a breve – ha concluso – perché questo è un governo che sta insieme solo nel nome delle poltrone, quindi andiamo avanti”. Perché Salvini è tornato ad attaccare Tria? Perché il ministro oggi ha raccontato in un’intervista a Repubblica che “Con Salvini ho faticato ma è passata la mia linea”.

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“Né incubo né sogno: la mia esperienza al ministero dell’Economia è stata sicuramente positiva anche se molto molto faticosa”, ha spiegato, “e poi – aggiunge – malgrado le dichiarazioni più o meno avventurose di taluni esponenti di quel governo, malgrado le tante parole d’ordine politiche, le tante promesse, la linea di fondo che è passata e’ stata sempre la mia. Abbiamo consegnato al nuovo esecutivo un’Italia che ha evitato il commissariamento e che ha anzi migliorato i conti pubblici facilitando cosi’ la manovra 2020″. Tria spiega che l’ipotesi di una riforma fiscale in deficit senza coperture non c’è mai stata. Sono solo dichiarazioni a fini politici”.

Tria dice la verità: la sua manovra aveva l’ok della Lega

Ma, ha aggiunto, “io nella mia bozza di manovra, concordata con i viceministri Garavaglia e Castelli, avevo scritto ben altro”. E ha spiegato: “c’era scritto che avremmo scongiurato la clausola di salvaguardia sull’aumento dell’Iva (23 miliardi), in parte (8 miliardi) con entrate fiscali aggiuntive e risparmi di spesa su Quota 100 e Reddito di cittadinanza, e per il resto con un taglio delle spese tendenziali, uno sfoltimento delle agevolazioni fiscali e misure anti-evasione. La mia idea era quella di rimodulare l’Iva, aumentando alcune aliquote agevolate, senza creare danni ai consumi: si sarebbero potuti liberare altri 8 miliardi per abbassare l’Irpef. Poi se la vogliamo chiamare Flat tax o taglio del cuneo fiscale, non vedo una grande differenza”.

tria salvini di maio

Insomma, Tria ha spiegato che sulla manovra c’erano le firme di Garavaglia (ovvero del viceministro leghista) e di Castelli (la pari grado grillina). Per carità di patria, l’ex ministro non aggiunge che è stato Salvini a scegliere Tria all’epoca della formazione del governo gialloverde. Dopo la querella scoppiata su Paolo Savona, infatti, l’attuale presidente CONSOB suggeriva in alternativa al suo nome quello di Tria. Alla Lega spettava la scelta del ministro dell’Economia e Salvini diede l’ok. Se Salvini sbaglia a scegliere gli uomini in momenti così delicati e importanti, come può fare il politico?

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