L’indagine su Salvini per danno erariale sulla Diciotti

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-09-14

I pm della Corte dei conti del Lazio hanno aperto un fascicolo per danno erariale per la vicenda della Diciotti sulla base dell’esposto presentato lo scorso 23 agosto dall’associazione Possibile

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I pm della Corte dei conti del Lazio hanno aperto un fascicolo per danno erariale per la vicenda della Diciotti sulla base dell’esposto presentato lo scorso 23 agosto dall’associazione Possibile di Giuseppe Civati. Ne parla oggi il Tempo in un articolo a firma di Valeria Di Corrado.

L’indagine su Salvini per danno erariale sulla Diciotti

“Abbiamo depositato un esposto alla Corte dei conti per fare chiarezza su quanto siano costate all’erario le scellerate decisioni del governo – si leggeva all’epoca in una nota firmata l’indomani da Andrea Maestri, esponente di Possibile, sul portale internet del partito – Sotto i diktat del ministro dell’Interno Salvini si sono verificati degli episodi che, molto probabilmente, hanno richiesto un esborso notevole alle nasce dello Stato: l’ultimo dell’elenco è il caso della Diciotti, la nave bloccata a Catania”. NeXt aveva parlato ad agosto dei costi della raffinata strategia di Salvini sulla Diciotti: le navi della classe della Diciotti hanno un costo operativo orario (quando sono in navigazione) pari a 740,15 euro. L’operazione di salvataggio della Diciotti è iniziata il 15 agosto e si è conclusa con l’approdo al porto di Catania il 21 agosto. La nave è quindi rimasta in navigazione per sette giorni (168 ore) prima di ricevere l’ok per l’attracco dal Viminale. In totale in quel lasso di tempo l’Italia ha speso 124.345 euro.

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La nave poi è rimasta ferma al porto di Catania, con i generatori accesi e quindi consumando carburante, per altri tre giorni, fino a che Salvini non ha deciso di dare l’ok allo sbarco dei 150 migranti che erano ancora a bordo. Avvenire calcola che anche in porto la Diciotti abbia mantenuto gli stessi costi operativi e che quindi l’idea del ministro dell’Interno salga a circa 177 mila euro. Non sapendo quanto costi effettivamente tenere in funzione la Diciotti in porto e immaginando che i costi operativi in navigazione siano superiori possiamo in ogni caso supporre che i tre giorni di permanenza a Catania non siano costati meno di ventimila euro (ipotizzando che costino meno della metà di quelli in navigazione).

La Corte dei Conti indaga su Salvini e la Diciotti

A queste vanno aggiunte le spese  per acqua, vitto e beni di prima necessità. Si tratta di 10 euro al giorno a persona, ovvero 15.000 euro. Siamo già intorno a cifre che vanno dai 190 mila ai 160mila euro. Il che diviso per il numero dei migranti fa all’incirca cento euro al giorno. Quanto sarebbe invece costata una normale accoglienza, quella garantita fino ad ora a migranti e richiedenti asilo? Appena 52.500 euro, ovvero quasi un quinto in meno dell’operazione Diciotti di Salvini.

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Le indagini sul caso Diciotti (Il Giornale, 27 agosto 2018)

All’attenzione della magistratura contabile, spiega il Tempo, sono stati posti tre episodi, che potrebbero aver causato un danno erariale. ll primo riguarda le spese di navigazione sostenute dallo Stato per far approdare il 17 giugno scorso la nave Aquarius nel porto di Valencia, con 629 migranti, dopo 9 giorni in mare e un braccio di ferra tra Italia e Malta. Il secondo episodio risale al 13 luglio, con lo sbarco dalla nave Diciotti a Trapani rinviato su disposizione del ministero dell’Interno. Il terzo riguarda la decisione con cui il 20 agosto Salvini ha imposto a 177 migranti, tratti in salvo 4 giorni prima al largo di Lampedusa, di restare a bordo del pattugliatore della Guardia costiera italiana, ancorato nel molo di Catania. Malta si era rifiutata di accoglierli e il vicepremier di farli sbarcare, in mancanza di un accordo dell’Unione europea sulla ripartizione dei profughi.

Leggi sull’argomento: Niente reddito di cittadinanza il primo gennaio 2019

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