Roma, capitale della povertà

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-11

Anziani, giovani senza lavoro, famiglie con bimbi disabili: queste le categorie più a rischio in una città che deve fare i conti con una emergenza abitativa senza pari in Italia, con trentamila famiglie coinvolte, tra occupazioni abusive, sfratti, richieste di alloggi popolari che attendono anni

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La povertà a Roma cresce e investe settori della popolazione fino a qualche anno fa indenni: persone del ceto medio, diplomati, gente che ha visto la vita cambiare da un giorno all’altro e che ora si trova in coda per la mensa o per un pacco alimentare. Quasi la metà dei “nuovi poveri” sono italiani. A tracciare un quadro del disagio a Roma è la Caritas diocesana nel Rapporto presentato oggi alla Pontificia Università Lateranense con il Vicario di Roma, monsignor Angelo De Donatis.

Roma, capitale della povertà

“Non lasciamoli soli” è l’invito di Papa Francesco contenuto nel più vasto programma affidato alla ‘sua’ diocesi. “La povertà ha il volto di donne, di uomini e di bambini sfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e del denaro”: sono queste le parole del pontefice riprese dal direttore della Caritas diocesana, monsignor Enrico Feroci, che si augura che i crudi dati sul disagio economico a Roma spingano ancora di più “i cittadini ad operare per la solidarietà, l’ascolto, la gratuità”.
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Anziani, giovani senza lavoro, famiglie con bimbi disabili: queste le categorie più a rischio in una città che deve fare i conti con una emergenza abitativa senza pari in Italia, con trentamila famiglie coinvolte, tra occupazioni abusive, sfratti, richieste di alloggi popolari che attendono anni. “Se l’Italia, soprattutto l’universo giovanile, ha accusato perduranti ferite a causa della lunga crisi, Roma è anche in questo ‘capitale'”, sottolinea Caritas Roma riferendo che il popolo dei senza dimora e dunque “in povertà estrema” arriva secondo alcune stime fino a 16mila persone.

Il barbonismo domestico

“Ma la povertà può assumere anche sembianze imprevedibili: forme di vero e proprio ‘barbonismo domestico’, cioè persone in abbandono totale pur essendo proprietari di una casa”. Si è creata “una classe di nuovi poveri, nelle periferie e nelle classi sociali meno abbienti, ma pure nella classe media” a causa di servizi pubblici non sufficienti che scaricano sulla famiglia una spesa sociale sempre crescente. Tra i dati più preoccupanti quello sugli anziani: uno su tre nella Capitale è a rischio povertà.
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Resta poi il dramma dei giovani senza lavoro o precari. I cosiddetti “nuovi poveri” sono anche nelle fasce del disagio più marcato: tra le persone che vivono in strada il 45% sono italiani e il 33,5% possiede un diploma di scuola superiore. Si tratta di “persone che fino a poco tempo fa – si spiega nel Rapporto – seppure in maniera borderline, risultavano inclusi, capaci di condurre un’esistenza economicamente dignitosa e che all’improvviso (la crisi dell’azienda per cui lavoravano, un licenziamento, una mobilità, una malattia gravosa, una separazione) si trovano ai margini”.

I migranti e l’integrazione

Nel Rapporto un capitolo è dedicato ai migranti e, dati alla mano, si sottolinea che “l’integrazione è possibile” mentre la cosiddetta “invasione” non è altro che un “fantasma”. C’è poi il problema disabilità con politiche da rafforzare soprattutto nelle scuole dove si contano 18.274 ragazzi disabili su una popolazione di mezzo milione di studenti. E qui la Caritas mette in evidenza anche “una disuguaglianza che non ti aspetti”, quella di chi può accedere alle ripetizioni private e sostenere il suo percorso di studi e chi invece no.
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Restano infine anche le dipendenze, dove alla droga o l’alcol, si aggiunge sempre più con forza quella dal gioco d’azzardo, che nel Lazio “ha movimentato 7,9 miliardi di euro nel 2016”, calcola Caritas Roma. “Di fronte alle sfide attuali – conclude il Rapporto – il volontariato può favorire e sollecitare relazioni. La nuova sfida dunque è andare incontro all’altro”.

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