La rivolta contro la quarantena a Göttingen

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-22

Sabato alcuni degli abitanti hanno organizzato una rivolta contro la polizia che teneva d’occhio il palazzo. La violenza è esplosa quando un gruppo di abitanti dell’edificio ha tentato di forzare il passaggio attraverso una barriera metallica che serviva proprio a non farli uscire di casa, per evitare la propagazione del virus. Qualcuno ha cominciato a lanciare pietre, bottiglie e oggetti di legno contro i poliziotti

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Nei giorni scorsi a Göttingen un complesso di edifici è stato chiuso in quarantena perché 120 dei residenti sono stati trovati positivo al Coronavirus SARS-COV-2. Sabato alcuni degli abitanti hanno organizzato una rivolta contro la polizia che teneva d’occhio il palazzo. La violenza è esplosa quando un gruppo di abitanti dell’edificio ha tentato di forzare il passaggio attraverso una barriera metallica che serviva proprio a non farli uscire di casa, per evitare la propagazione del virus. Qualcuno ha cominciato a lanciare pietre, bottiglie e oggetti di legno contro i poliziotti, ha raccontato in una conferenza stampa il capo della polizia della cittù. La decisione di chiudere l’immobile in cui vivono centinaia di persone era stata presa giovedì scorso, dopo che si erano scoperti i primi casi di contagio, che il giorno dopo sono saliti a 120. Göttingen è uno dei focolai apparsi in Germania da quando il mese scorso sono state ridotte le misure restrittive anti-contagio.

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“Circa 200 persone hanno cercato di uscire, ma 500 persone hanno rispettato le regole di quarantena”, ha dichiarato Uwe Luehrig, capo della polizia a Gottinga, in una conferenza stampa di domenica. Nei giorni scorsi sono cominciati i tamponi di massa nei confronti di almeno 600 abitanti del complesso immobiliare. Oltre alle scuole, sono stati chiusi diversi asili ed è stato emesso un divieto di allenamenti nelle associazioni sportive della città, dato che alcuni dei contagi potrebbero essere stati generati o successivamente diffusi. Sono allo studio altre eventuali misure, a seconda dell’evoluzione delle infezioni. Si ipotizza addirittura il ricorso alle forze di polizia per far sì che tutte le persone presenti nel grande complesso di edifici che si trova ai confini del centro si sottopongano ai test. I contagi sono tutti collegati a un paio di incontri di famiglie numerose, che hanno celebrato la festa dello zucchero, evento che chiude il Ramadan islamico, alla fine di maggio: prima in casa e poi in un shisha bar.

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