Riserva dello Zingaro: com’era e com’è dopo l’incendio che l’ha distrutta

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-31

Un devastante incendio da San Vito Lo Capo fino al lato di Scopello ieri ha distrutto gran parte della flora e della macchia mediterranea della prima riserva naturale orientale della Sicilia, istituita nel 1981

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Chiude al pubblico la Riserva Naturale dello Zingaro, in Sicilia. “Da domani la riserva resterà chiusa sino nuova disposizione causa incendio del 29 agosto”, è l’avviso comparso sulla pagina ufficiale Facebook della riserva dopo il devastante incendio – esteso dal fronte di San Vito Lo Capo fino al lato opposto, quello di Scopello – che ieri ha distrutto gran parte della flora e della macchia mediterranea della prima riserva naturale orientale della Sicilia, istituita nel 1981. Per avere la meglio sulle fiamme – quasi certamente di origine dolosa e alimentate dalle alte temperature e dal vento di scirocco – per oltre 24 ore sono stati impegnati uomini e mezzi del vigili del fuoco, della Protezione civile, del corpo forestale. In volo anche due Canadair e elicotteri del Corpo forestale.

“La mano criminale ha agito ancora una volta sul nostro territorio che è stato letteralmente assediato dal fuoco. Le fiamme, da ieri pomeriggio e per tutta la notte, fino a questa mattina hanno devastato ettari di montagna, di macchia mediterranea e di alberi arrivando a intaccare anche alcune abitazioni”, ha detto il sindaco di San Vito Lo Capo (Trapani), Giuseppe Peraino, commentando gli incendi che da ieri stanno interessando le frazioni di Castelluzzo e Macari. “Tanta amarezza per quello che è successo che ha distrutto la flora e la fauna danneggiando pure alcune case, in contrada Valanga, a Macari, e a cala dell’Arena, con tante famiglie evacuate nella notte – aggiunge – L’unica cosa che mi conforta è che non ci sono stati danni alle persone, ma dal punto di vista ambientale, e per certi versi anche economico, il territorio è stato devastato. Un’altra ferita è la riserva dello Zingaro, che risulta totalmente bruciata, ad eccezione di un piccolo spicchio dal lato di Castellammare del Golfo. È stato un fronte di fuoco troppo grande, fatto in maniera scientifica per far si’ che con il vento si estendesse il più possibile”.

Per spegnere l’incendio divampato ieri nella riserva dello Zingaro è intervenuto anche un equipaggio dell’82esimo Centri Csar (Combat search and rescue) dell’Aeronautica militare di Trapani con l’elicottero HH-139A. A seguire lo stesso equipaggio è intervenuto anche nell’incendio divampato nel bosco Scorace, vicino a Buseto Palizzolo. Quattro sortite, per un totale di 7 ore di volo, 56 lanci e oltre 42mila litri di acqua sganciati. Un’attività resa difficile dalle raffiche di scirocco superiori ai sessanta chilometri orari. Il primo decollo è avvenuto alle 9:40. Sono servite due sortite per avere la meglio sull’incendio nella riserva dello Zingaro. Anche la Protezione Civile del luogo sostiene che l’incendio sia di origine dolosa: “Non basta più spegnere gli incendi, ma occorre una azione di prevenzione, bloccando sul nascere l’azione dei piromani. Anche con ronde di pattugliamento e un’attività di intelligence messa in campo dalle forze investigative”, ha detto il direttore del dipartimento della Regione Siciliana, Salvo Cocina. Il dipartimento e’ sceso in campo con 35 organizzazioni regionali di volontariato delle provincie di Agrigento, Trapani, Palermo, Caltanissetta, Enna e Messina, con duecento uomini e 30 automezzi, tra i quali molti pick-up dotati di modulo antincendio, diversi pulmini e alcune ambulanze. Gli incendi piu’ devastanti sono stati quelli che hanno distrutto monte Moarda, ad Altofonte, nel Palermitano, oltre a quelli che hanno interessato la zona di Macari, a San Vito Lo Capo (Trapani) e la riserva dello Zingaro, tra San Vito e Castellammare del Golfo. Uno scenario “altrettanto grave” si e’ registrato a Imera-Buofornello, Cerda, Aliminus, Montemaggiore Belsito e Terrasini, nel Palermitano, e ad Alcamo (Trapani) su monte Bonifato. Focolai di minore entità sono stati registrati anche lungo la strada statale che collega Ragusa a Catania. La Regione Siciliana ha richiesto e ottenuto dal centro operativo di Roma l’invio di ulteriori Canadair, gli aerei antincendio che hanno operato in aggiunta ai due gia’ impiegati nei vari teatri delle operazioni di spegnimento. “Come sempre – si legge in un post della protezione civile regionale – si tratta di incendi appiccati di proposito da sconosciuti, che hanno fatto leva sulle condizioni meteo di questi due giorni, caratterizzate da forte vento di scirocco e temperature elevate”.

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