La beffa del reddito di cittadinanza: cresce la spesa ma non i lavoratori

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-16

Il RdC ha visto crescere la platea dei percettori (raggiunte 1.089.760 famiglie per un totale di 2,7 milioni di persone coinvolte) mentre il numero dei sussidiati che hanno sottoscritto un contratto di lavoro in questi ultimi tre mesi è rimasto al palo

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Il reddito di cittadinanza doveva servire a sostenere i cittadini e far trovare lavoro.  Attualmente la misura votata da Lega e MoVimento 5 Stelle e mai modificata con il cambio di maggioranza e l’entrata al governo del Partito Democratico cresce dal punto di vista della spesa ma non fa trovare lavoro. Spiega oggi il Messaggero che durante l’emergenza sanitaria il RdC ha visto crescere la platea dei percettori (raggiunte 1.089.760 famiglie per un totale di 2,7 milioni di persone coinvolte) mentre il numero dei sussidiati che hanno sottoscritto un contratto di lavoro in questi ultimi tre mesi è rimasto al palo.

L’ultimo dato bollinato da Anpal e ministero del Lavoro sui beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno ottenuto un impiego parla chiaro: in 65 mila hanno firmato un qualche tipo di contratto e appena il 18 per cento di questi oggi ha un lavoro a tempo indeterminato. Il Covid non ha aiutato visto che da gennaio a oggi, sempre stando agli ultimi dati disponibili, appena 25 mila percettori hanno iniziato a lavorare. Pure la quota dei cosiddetti patti di servizio sottoscritti dai percettori, senza i quali non è possibile  iniziare la ricerca di un impiego,
è decisamente al di sotto delle attese: se ne contano poco più di 300 mila, il che significa che due  terzi dei percettori ritenuti idonei a lavorare (in tutto sono 1.068.617) finora è riuscito a dribblare i famosi navigator.

reddito di cittadinanza
L’andamento della spesa per il reddito di cittadinanza (Il Messaggero, 16 luglio 2020)

Il numero dei nuclei percettori, progressivamente aumentato fino a raggiungere a giugno quota 1,1 milioni, risulta in crescita del 7% rispetto a gennaio.

 L’Inps sottolinea che le famiglie in possesso della card si concentrano nelle regioni del Sud e nelle isole, dove raggiungono il 62% del totale, seguono le regioni del Nord con il 23% e infine quelle del Centro con il 15%. È incrementata di conseguenza pure la spesa per il cavallo di battaglia dei pentastellati: a giugno la misura è costata 600 milioni di euro, 200 milioni in più rispetto a un anno fa. Di questo passo nel 2020 l’aiuto eroderà circa 7 miliardi di euro, una cifra in linea con le previsioni iniziali. Quanto all’importo medio versato agli aventi diritto è pari al momento a 559 euro, ma ci sono ancora oggi 400mila famiglie che ricevono meno di 400 euro al mese.

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