I miliardi del Recovery Plan nelle mani di Daniele Franco

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-18

Chi gestirà i miliardi del Recovery Plan? Viene archiviata la cabina di regia e la governance sarà affidata al MEF

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Chi gestirà i miliardi del Recovery Plan? Ieri il presidente del Consiglio ha dato atto al governo precedente di “aver già svolto una grande mole di lavoro” spiegando però di dover “approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile”. Di sicuro viene archiviata la cabina di regia prevista, e oggetto di continue critiche, dall’esecutivo precedente. La governance viene affidata al MEF di Daniele Franco, racconta La Stampa:

Quanto alla governance, una delle pagine rimaste sinora in bianco ed oggetto di forti tensioni all’interno del vecchio governo, il premier ha spiegato che questa «è incardinata nel ministero dell’Economia e Finanza, con la strettissima collaborazione dei ministeri competenti che definiscono le politiche e i progetti di settore. Mentre il Parlamento verrà costantemente informato sia sull’impianto complessivo, sia sulle politiche di settore». A detta del premier, la strategia per i progetti del Next Generation Eu «non può che essere trasversale e sinergica, basata sul principio dei co-benefici, cioè con la capacità di impattare simultaneamente più settori, in maniera coordinata» ed i 209 miliardi che avremo dalla Ue dovranno innanzitutto servire a migliorare il nostro potenziale di crescita. Secondo Draghi «le missioni potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle già messe a fuoco, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica, le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca, l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva».

“Non basterà elencare progetti che si vogliono completare nei prossimi anni”, ha spiegato Draghi. “Dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione Europea intende arrivare a zero emissioni nette di Co2 e gas clima-alteranti». La Stampa racconta di uno dei primi effetti del piano di Draghi sul Recovey Plan. Il report di Morgan Stanley che afferma che che “l’Italia saprà fare un uso efficace del Recovery plan», tanto da consigliare di “comprare Italia”.

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