Quanto costa la Tari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-11-09

Rispetto allo scorso anno l’onere sostenuto dalle famiglie si è generalmente appesantito. Lo confermano oggi i conti del Sole 24 Ore

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La tassa sui rifiuti 2015 – la Tari, introdotta dal 1° gennaio 2014 in sostituzione delle precedenti Tares e Tarsu – ha un impatto molto differenziato sul territorio. E rispetto allo scorso anno l’onere sostenuto dalle famiglie si è generalmente appesantito. Lo confermano oggi i conti del Sole 24 Ore, che fotografa in questa infografica l’impoatto sul territorio in centoquattro città italiane: a Fermo la variazione è del 7,9%, a Chietti del 15%, a Crotone del 14% mentre a Livorno la Tasi è aumentata del 14,8%. Rincaro di oltre un quarto a Brindisi e Campobasso mentre a Matera l’aumento arriva al 112%:

Leggendo la classifica per aree, le famiglie che pagano gli importi più “leggeri” (sotto i 250 euro) sono prevalentemente quelle del Nord, ma non mancano presenze del Centro e del Sud (oltre a Fermo, ci sono Isernia, Vibo Valentia, Ascoli Piceno, Viterbo, Potenza, Macerata, Firenze, Cosenza e Ancona). Le famiglie con un “conto” oltre i 400 euro si concentrano invece nel Mezzogiorno, con l’aggiunta di alcune realtà del Centro e del Nord (Grosseto, Pisa, Roma e Asti). Uno scenario che in parte rispecchia il grado di efficienza della gestione rifiuti urbani sul territorio: è vero infatti che – secondo le rilevazioni Ispra relative al 2014 – il Nord produce più tonnellate del Centro e del Sud (13,8 milioni contro rispettivamente 6,6 e 9,3 milioni), ma il Nord vanta anche le quote più alte di raccolta differenziata (Rd): Veneto e Trentino-Alto Adige superano l’attuale obiettivo di legge del 65%, il Friuli Venezia Giulia si avvicina (60,4%); seguono (quote tra il 58 e il 55%) Marche, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte.

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Quanto costa la Tari (Il Sole 24 Ore, 9 novembre 2015)

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