Quanto costa la corruzione?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-23

Il caso Petrobras scoppiato in Brasile ci spiega quanto può arrivare su un paese un sistema di tangenti ramificato come quello scoperto dalla magistratura del paese. La società valuta in due miliardi di dollari il costo della corruzione e i suoi bilanci finiscono in rosso

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Quanto costa la corruzione? Lo scandalo Petrobras ci serve oggi per comprendere quanto è alto il prezzo delle tangenti e in che modo può incidere sui bilanci di un’azienda. La compagnia petrolifera di Stato brasiliana ha infatti valutato in 6,2 miliardi di real (2,05 miliardi di dollari) le perdite legate al sistema di corruzione scoperto dai giudici del paese. Stando ai risultati finanziari del 2014, il gruppo ha registrato una perdita complessiva di 21 miliardi di real (7,174 miliardi di dollari) rispetto al 2013, e svalutazioni dei beni per un valore di 44,6 miliardi di real (14,8 miliardi di dollari), a causa del rinvio di progetti riguardanti le raffinerie.
 
QUANTO COSTA LA CORRUZIONE?
Cosa è successo a Petrobras? Il colosso petrolifero è stato coinvolto in un grosso scandalo corruzione che ha investito anche il governo di Dilma Rousseff. La pubblicazione di questi dati è «un passo fondamentale per riacquistare la piena credibilità», ha detto il nuovo presidente del gruppo, Aldemir Bendine, in una conferenza stampa a Rio de Janeiro. Il rilascio dei risultati è stato quindi il primo passo per cercare di riconquistare la fiducia degli investitori e l’accesso ai mercati del credito, di cui la società ha disperatamente bisogno per continuare il business dei giacimenti di petrolio off shore scoperti negli ultimi anni. La sua obbligazione era stata giudicata “junk” da Moody’s alla fine di febbraio, in gran parte a causa dello scandalo. I giudici affermano che nell’indagine hanno scoperto il più grande sistema di tangenti di tutti i tempi per il paese. E l’indagine non è ancora finita: decide di dirigenti aziendali e alcuni membri del congresso federale, oltre ad altre personalità politiche, presto potrebbero finire sotto inchiesta. Il piano messo a punto dai dirigenti prevedeva il pagamento di tangenti per alcuni decisori di nomina politica in cambio della vittoria in appalti truccati; una parte del denaro finiva poi per arrivare nelle casse del Partito dei Lavoratori e dei suoi alleati, che per ora continuano a negare. Oltre alle decine di dirigenti Petrobras, il procuratore generale ha detto che sta indagando su una cinquantina di personalità politiche, tra cui 21 deputati e 12 membri del congresso, riguardo la loro presunta partecipazione al sistema. Finora il presidente Dilma Rousseff non è stata coinvolta nel caso, e ha espresso sostegno all’indagine, che però si sta avvicinando nel frattempo alla leader dopo l’arresto del tesoriere del partito, Joao Vaccari, accusato di riciclaggio per aver preso denaro collegato alle tangenti di Petrobras.

LE PRIME SENTENZE

Durante una dichiarazione in tribunale il direttore acquisti della società ha detto che il 3% del valore dei contratti di tutta la sua divisione veniva intascato o fatto sparire. Una valutazione dei risultati trimestrali della società, ha scritto l’Economist, ha evidenziato una potenziale svalutazione per il suo patrimonio. Mercoledì scorso l’ex direttore dell’ufficio Approvvigionamento di Petrobras, Paulo Roberto Costa, è stato condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di associazione a delinquere e riciclaggio di denaro nell’ambito dell’inchiesta ‘Lava Jato’ (Autolavaggio). Costa – agli arresti domiciliari dallo scorso ottobre, dopo essere divenuto collaboratore di giustizia – è accusato di aver deviato fondi pubblici, attraverso contratti super fatturati, nella costruzione di Abreu e Lima, la raffineria finanziata da Petrobras nello Stato di Pernambuco (nord-est) i cui ritardi e costi elevatissimi erano già finiti nel mirino degli inquirenti. Insieme all’ex manager – che quindi non ha ricevuto il perdono giudiziale contemplato per i pentiti – sono stati condannati dal giudice federale Sergio Moro, responsabile dell’inchiesta, anche il faccendiere Alberto Youssef (anche lui collaboratore di giustizia) e altri sei indagati (tra cui un imprenditore). Questi ultimi dovranno anche pagare un minimo di 18 milioni di reais (5,3 milioni di euro) di indennizzo a Petrobras.

Leggi sull’argomento: Doppia trappola per il Brasile

 

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