Quali sono i dazi degli USA sui prodotti italiani ed europei dal 18 ottobre

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-04

L’elenco completo alla fine svela alcune sorprese:  l’olio italiano si salva mentre quello spagnolo viene tassato. Salvi anche la pasta, il prosecco, che sembrava una vittima predestinata, e i vini italiani mentre quelli francesi pagheranno un dazio del 25 per cento

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I dazi degli Stati Uniti all’Europa colpiranno un totale di 460 milioni di dollari di export agroalimentare italiano verso l’America. Dovrebbero entrare in vigore a partire dal 18 ottobre ma Trump potrebbe sospendere la misura. L’elenco completo alla fine svela alcune sorprese:  l’olio italiano si salva mentre quello spagnolo viene tassato. Salvi anche la pasta, il prosecco, che sembrava una vittima predestinata, e i vini italiani mentre quelli francesi pagheranno un dazio del 25 per cento. Come i biscotti inglesi e tedeschi (ma non il made in Italy di Ferrero e Barilla-Mulino Bianco). Salvo anche il prosciutto: i dazi colpiranno solo le carni suine cotte.

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I nuovi dazi USA previsti dal 18 ottobre (Corriere della Sera, 4 ottobre 2019)

Tutta la vicenda dei dazi USA, oggi autorizzati dal WTO come rappresaglia, nasce dal caso Boeing-Airbus: nel 2004 gli Stati Uniti hanno accusato le allora Comunità europee e alcuni Stati membri (Regno Unito, Francia, Germania e Spagna) di aver sussidiato fin dagli anni ’70 Airbus con aiuti illegittimi in base alle regole del Gatt 1994 – per 22 miliardi di dollari – e di aver quindi causato un danno alla propria compagnia che costruisce aerei, Boeing. Il 2004, come riporta il Financial Times, è del resto il primo anno in cui Airbus ha superato Boeing nelle vendite.

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Dazi Usa-Italia, i prodotti colpiti e quelli salvati (Il Messaggero, 4 ottobre 2019)

Le Comunità europee hanno risposto nel 2005, presentando al Wto un ricorso speculare, contro gli aiuti illegittimi che gli Stati Uniti avrebbero dato – per 23 miliardi di dollari – a Boeing. Le due vicende giudiziarie hanno marciato parallele davanti al Wto negli anni seguenti e sono state riscontrate violazioni delle regole comuni sia da parte europea dia da parte americana. Mancava dunque solo la quantificazione dei danni subiti, che danno diritto a imporre dazi equivalenti. La recente decisione del Wto, che ha quantificato in 7,5 miliardi di dollari di dazi punitivi la ritorsione che gli Stati Uniti possono legittimamente applicare ai prodotti europei, secondo fonti di stampa verrà presto (prima meta del 2020) affiancata da un’analoga decisione sul caso Boeing e quindi da una ritorsione europea contro prodotti americani.

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La mappa dei dazi (Il Mattino, 4 ottobre 2019)

Dunque, spiega oggi Alberto D’Argenio su Repubblica, la speranza è di barattare uno stop ai dazi per Airbus in cambio di uguale atteggiamento Ue su Boeing. E per questo vogliono massimizzare il danno delle contromisure che scatterebbero il prossimo anno:

I prodotti nel mirino sono stati già decisi in una lista previdentemente pubblicata sei mesi fa da Bruxelles. I dazi scatterebbero per beni simbolo come jeans, videogiochi, ketchup, vini e prugne della California, celebri snack come Mars e Twix fino ai chewingum. E ancora, tabacco, vodka e rhum, vaniglia, caffè, pesce surgelato, succhi, olio di semi, biliardi, prodotti per il fitness, elicotteri, valigie e borse oltre a prodotti chimici e macchinari agricoli. Nonostante la minaccia, per ora Trump va avanti: «Per molti anni l’Europa ci ha trattati molto male».

Nella lista definitiva infatti sono stati risparmiati vino, olio d’oliva, pasta e conserve di pomodoro mentre restano pesantemente colpiti (25% di dazi) formaggi come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino. E ancora, prosciutti, crostacei, molluschi, agrumi, succhi e liquori. È andata peggio ad altri Paesi, in particolare del consorzio Airbus (l’Italia produce solo componenti) come la Spagna, danneggiata per un miliardo che peserà in gran parte sull’Andalusia. Così come i vini italiani saranno avvantaggiati rispetto ai francesi, invece nella lista Usa.

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