Il Fondo Interbancario interviene nella Popolare di Bari?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-12

Alcuni giorni fa si sono incontrati Gianvito Giannelli, Vincenzo De Bustis e Luigi Jacobini: il rappresentante del fondo ha fatto capire che la disponibilità a un intervento è subordinata a un progetto di rilancio con un anchor investor

article-post

Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) interviene nella storia della Banca Popolare di Bari? Oggi il Messaggero scrive che giovedì prossimo si riunisce il consiglio di amministrazione dell’istituto di credito pugliese per approvare il piano triennale di rilancio che si fonda su una ricapitalizzazione ma anche sull’intervento del Fitd con cui da mesi i vertici della banca sono in contatto.

Il Fondo Interbancario interviene nella Popolare di Bari?

Secondo il quotidiano alcuni giorni fa si sono incontrati Gianvito Giannelli, Vincenzo De Bustis e Luigi Jacobini: il rappresentante del fondo ha fatto capire che la disponibilità a un intervento è subordinata a un progetto di rilancio con un anchor investor. E siccome Bari è sotto i riflettori di Bankitalia che sta conducendo una ispezionee del Tesoro, questo cavaliere bianco potrebbe essere il Mediocredito centrale Banca del Sud. Tra l’istituto pugliese e la banca controllata dal Mef tramite Invitalia, sarebbe stato sottoscritto un accordo di riservatezza per studiare forme di collaborazione. Ma affinchè Mediocredito possa funzionare come anchor investor è necessario che a sua volta venga ricapitalizzato dall’azionista pubblico.

banca popolare di bari
Banca Popolare di Bari, i conti (La Repubblica, 6 gennaio 2019)

Oggi ha un patrimonio di 280 milioni che è largamente insufficiente per rafforzare Pop Bari. Da fonti delle Autorità si apprende che in via XX Settembre è in cantiere la possibilità di dotare Mediocredito di nuovi mezzi freschi adeguati. E si apprende che la popolare barese potrebbe avere necessità di un aumento di capitale tra 800-1000 milioni che deve essere messo in cantiere a prescindere da altre opzioni, come l’utilizzo della Dta da sfruttare in caso di fusione.

Su questa agevolazione fiscale c’è la lente della Dg Comp in quanto, secondo l’ennesima interpretazione di Bruxelles, con lo stratagemma escogitato dal dl Crescita si impedisce che l’Erario incassi crediti di imposta che invece l’istituto dovrebbe versare a fronte di mancati utili.

Leggi anche: Luca Castellini: l’ultras del Verona a processo per aver inneggiato a Hitler

Potrebbe interessarti anche