Perché Fayçal Cheffou è stato liberato?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-03-29

Nessuna insufficienza di prove ma un alibi verificato alla base del rilascio del reporter. Che ha potuto provare di non trovarsi all’aeroporto di Zaventem grazie al suo cellulare

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Nessuna insufficienza di prove ma un alibi verificato. Fayçal Cheffou, pur formalmente ancora indagato per terrorismo, è stato liberato ieri dalla polizia belga nonostante il riconoscimento effettuato dal taxista che ha portato i due fratelli Ibrahim e Khalid El Baakroui all’aeroporto di Zaventem perché ha potuto dimostrare la sua estraneità ai fatti. Come racconta Rtbf, infatti, il trentenne che era stato arrestato con l’accusa di essere “l’uomo col cappello” nell’attentato all’aeroporto di Zaventem ed è stato scarcerato ieri, aveva un alibi basato su tabulati telefonici. Lo ha detto il suo avvocato difensore, Olivier Martins: Cheffou “ha fornito un alibi a livello di telefonia, dicendo che era a casa sua al momento degli attentati” ha affermato il legale, aggiungendo che “ha anche ricevuto delle chiamate”. Martins ha aggiunto di aver chiesto al giudice istruttore una analisi immediata dei dati telefonici e dell’apparecchio, elementi che “sono arrivati a discolpa”. L’avvocato ha specificato di “non avere nulla da rimproverare” al giudice istruttore perché “visto il contesto” ha scelto di arrestare il suo cliente. Contro la cui scarcerazione è tornato ad esprimersi il borgomastro di Bruxelles, vam Mayeur, che aveva già segnalato Cheffou come propagandista della jihad: “C’è una frontiera tra radicale agitato e radicale reclutatore, il magistrato non l’ha voluta superare”.
Fayçal Cheffou cappello di Zaventem 1

Perché Fayçal Cheffou è stato liberato?

In più, ha sottolineato l’avvocato nell’intervista, la stessa foto dell’uomo con il cappello che ritraeva una persona somigliante a Cheffou ha potuto scagionarlo: in base all’altezza dei fratelli El Baakroui si è potuta calcolare anche l’altezza dell’uomo con il cappello, che però è risultata molto diversa da quella di Cheffou, alto solo 1,66 metri. Ciò nonostante  il sindaco di Bruxelles, Yvan Mayeur, si è detto dispiaciuto ieri per il rilascio di Faycal Cheffou, che non sarebbe coinvolto negli attentati avvenuto una settimana fa nella capitale belga ma che il comune considera comunque pericoloso. “E’ stata tracciato un confine fra un agitatore radicale e un possibile reclutatore di jihadisti, confine che probabilmente il magistrato non ha voluto attraversare” ha commentato il sindaco, che ha criticato il “lassismo” di chi “per comodità o per calcolo politico” ha permesso che fossero “violate delle regole democratiche della vita comune, il che è inammissibile”. Cheffou era stato arrestato giovedì sera con altre due persone davanti alla sede della Procura federale. iornalista freelance, Cheffou era da mesi nel mirino degli inquirenti perché si era presentato diverse volte al parco Maximilien di Bruxelles per cercare di reclutare alla causa dell’islam radicale rifugiati o immigrati clandestini che vi si trovavano. Né la Procura né la magistratura avevano tuttavia tenuto conto delle ripetute denunce contro di lui presentate dalle autorità municipali, che lo ritenevano “pericoloso” a causa del suo attivismo, e lo stesso comune era ricorso nel settembre del 2015 a una sanzione amministrativa che gli impediva di avvicinarsi al parco.

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