Perché Charlie Gard non andrà al Bambino Gesù

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-07-05

Ormai la vicenda di Charlie Gard è stata cannibalizzata dalla politica italiana che vorrebbe addirittura cambiare sentenze già scritte. Quando finirà il penoso spettacolo dei politici che vogliono salvare a tutti i costi la vita di Charlie Gard in barba alle leggi e al diritto?

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Cos’è meglio: morire nel migliore ospedale pediatrico europeo, il luogo nel quale sei cresciuto e che se potessi chiameresti casa o affrontare un viaggio che non è nemmeno un viaggio della speranza per andare a morire in un ospedale cattolico? A quanto pare molti ritengono che la seconda opzione sia la migliore. Non c’è nessun motivo medico per farlo, ma ormai la vita di Charlie Gard è diventata – in Italia – un caso politico. Uno spettacolo davvero rivoltante al quale il nostro Paese ci ha purtroppo abituato.

Charlie Gard rimarrà a Londra

Più passano i giorni dalla sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani più i fatti continuano a scomparire. Perché c’è chi vuole utilizzare la tragica vicenda di Charlie Gard solo per tenere il punto di una battaglia di principio sul fine vita. Una battaglia nella quale i difensori del tracciato dell’elettrocardiogramma non fanno prigionieri. E sono in molti in questi giorni a dire che “bisogna andare a prendersi Charlie”. Quasi che un bambino di 10 mesi sia una specie di coppa o di trofeo. Ed è per questo che nessuno è stato in grado di spiegare cosa ci guadagnerebbe Charlie a farsi ricoverare al Bambino Gesù. Nell’ospedale pediatrico romano non c’è una cura per la malattia del bambino britannico. Non c’è nemmeno negli USA dove l’unica speranza sarebbe una terapia che non è adatta per la sua sindrome e che in ogni caso non è stata nemmeno testata sui topi.
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Charlie a Roma avrebbe la possibilità di morire come vogliono i suoi genitori, ci dicono. Ma i suoi genitori vorrebbero che morisse a casa, non a qualche migliaio di chilometri da essa. I medici del Great Ormond Strett Hospital di Londra non hanno nessuna fretta di staccare la spina. Anzi, stanno continuando a dialogare con i coniugi Gard per trovare la soluzione migliore per accompagnare il bambino verso l’inevitabile. Chi dipinge i medici del GOSH come degli assasini che non vedono l’ora di “staccare la spina” a Charlie è un criminale. Sono persone che si sono prese cura di Charlie da quando è nato e che hanno lottato al fianco della famiglia nel disperato tentativo di salvarlo.

Perché Charlie non può andare al Bambino Gesù

È molto semplice, e non serviva mobilitare i ministri degli Esteri per scoprirlo. La discutibile richiesta dell’Italia di ricoverare Charlie Gard al Bambino Gesù non può essere accolta per due ragioni, entrambe note. La prima è che per quanto possa essere importante l’interessamento del ministro degli Esteri Angelino Alfano la legge inglese è abbastanza chiara. I tribunali britannici infatti hanno stabilito che il migliore interesse del bambino è quello di rimanere al GOSH. In Italia abbiamo già visto più volte i politici essere pronti a mobilitarsi per fermare l’esecuzione delle sentenze, vi ricordate quando il Parlamento voleva “salvare la vita” di Eluana Englaro in fretta e furia? Ma in Gran Bretagna le cose vanno diversamente e così Charlie Gard non diventerà una cavia per terapie sperimentali.

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Vale la pena di ricordare che Alfano è avvocato ed è stato ministro della Giustizia

La seconda ragione è medica: l’equipe che ha in cura Charlie ha ribadito più volte che il bambino non può essere spostato. Farlo, hanno spiegato, significherebbe sottoporlo ad uno stress e ad una sofferenza inutile. Tanto più che al Bambino Gesù non ci sarebbe alcun miglioramento della sua situazione che è stata definita da tutti “terminale”. Giusto per essere chiari: lo ha detto anche il medico americano contattato dalla famiglia. Questo è stato scritto su tutti giornali e non c’era alcun bisogno che il ministro Alfano telefonasse all’omologo Boris Johnson per sentirselo ripetere. Curiosamente Johnson non ha parlato di fare pressione sui giudici per eliminare “gli impedimenti legali” che non consentono a Charlie di venire a Roma. Qualcuno ritiene che sia doveroso tentare in ogni caso una cura, una qualsiasi. Non stiamo più parlando della necessità di tutelare l’interesse del paziente ma eventualmente quello della scienza. Ammesso e non concesso che i dati raccolti da una sperimentazione su Charlie possano davvero essere utili il tribunale ha detto chiaramente che l’unica cosa che conta è la tutela dell’interesse di Charlie Gard e il suo diritto a non dover essere sottoposto a trattamenti inutili che non farebbero altro che aumentare la sua sofferenza.
EDIT:
La premier britannica Theresa May stando a quanto riferisce il Guardian ha detto ieri di avere piena fiducia nell’operato dei medici del Great Ormond Street Ospital. La May ha detto che la vicenda di Charlie è “inimmaginabile per chiunque e capisco pienamente e apprezzo che qualsiasi genitore, in queste circostanze, voglia fare tutto il possibile e tentare qualsiasi opportunità’ per il proprio bambino gravemente malato”. La May ha detto di essere consapevole “che nessun dottore vorrebbe mai trovarsi nella posizione di decidere” e di essere “fiduciosa che l’ospedale Great Ormond Street abbia preso e prenderà sempre in considerazione le offerte o le nuove informazioni che sono state avanzate”.
 

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