Economia
Pensioni, il nodo dell'età di uscita
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-11-19
Il governo propone di bloccare l’aumento di 5 mesi anche alle pensioni di anzianità (e non solo di vecchiaia) per le 15 categorie dei lavori gravosi. I requisiti per l’uscita anticipata resterebbero fermi a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne
Due nuove punti nel pacchetto pensioni proposto dal governo ai sindacati. Oltre all’esenzione dei lavori gravosi da quota 67, sul tavolo arriva lo stop anche per l’innalzamento dei requisiti di anzianità, per le stesse 15 categorie già individuate. C’è poi l’impegno a creare un fondo ad hoc per prorogare l’Ape social, l’anticipo pensionistico per le categorie più deboli, e renderla strutturale. Novità ulteriori anche sul meccanismo di calcolo della speranza di vita a cui si adegua l’età di uscita dal lavoro, con un tetto di tre mesi per i futuri scatti (biennali), dal 2021 in poi.
Il governo propone di bloccare l’aumento di 5 mesi anche alle pensioni di anzianità (e non solo di vecchiaia) per le 15 categorie dei lavori gravosi. I requisiti per l’uscita anticipata resterebbero fermi a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne (invece di salire, dal 2019, rispettivamente a 43 anni e 3 mesi e 42 anni e 3 mesi). Altra proposta, l’istituzione di un fondo per i potenziali risparmi di spesa con l’obiettivo di consentire la proroga e la messa a regime dell’Ape sociale, la cui sperimentazione scade nel 2018. Ad oggi, l’anticipo pensionistico, a carico dello Stato, prevede l’uscita a 63 anni, con un sconto di 3 anni e 7 mesi rispetto all’età di vecchiaia. È rivolto a 11 lavori gravosi (ma potrebbero diventare 15) ed anche a disoccupati senza assegno da almeno tre mesi, a chi assiste familiari con handicap grave, agli invalidi al 74%.
Oltre alle 11 categorie di lavori gravosi già individuate dalla stessa Ape social, il governo già nei precedenti incontri ha aggiunto 4 new entry: operai e braccianti agricoli; marittimi; addetti alla pesca; siderurgici di seconda fusione e lavoratori del vetro. Le 11 sono: addetti alla concia di pelli; addetti ai servizi di pulizia; magazzinieri e facchini; camionisti; macchinisti e personale viaggiante; gruisti; infermieri e ostetriche turnisti; maestre d’asilo; operai edili; operatori ecologici. Per l’esenzione è necessario aver svolto attività gravose da almeno 7 anni nei 10 precedenti il pensionamento ed avere un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni. Infine, il governo punta ad una revisione “strutturale”, per tutti, del meccanismo di calcolo della speranza di vita a cui si adegua l’età di pensione: dal 2021 si potrebbe considerare non solo la media del biennio confrontato con il precedente (e non più lo scarto secco tra un anno e un altro) ma anche fissare un “limite massimo di tre mesi” per ogni futuro rialzo. Se si dovesse registrare un incremento superiore, sarebbe riassorbito nell’adeguamento successivo. Si terrebbe conto anche dell’eventuale riduzione della speranza di vita relativa al biennio, che andrebbe però scalata dall’adeguamento successivo. L’obiettivo: “garantire un andamento più lineare”.