Pensioni, chi colpisce il taglio del 10%
L’ipotesi di contributo di solidarietà al vaglio degli esperti

Il Corriere della Sera fa sapere che i tecnici del ministero del Tesoro sono al lavoro sull’ipotesi di un nuovo contributo di solidarietà sulle pensioni più alte, a partire dai duemila euro lordi al mese. Il nodo però è sempre quello: a chi tocca? Secondo le ipotesi di intervento ipotizzate da Carlo Cottarelli nella spending review prima del suo addio a Palazzo Chigi si parlava di un intervento sui 2500 euro lordi al mese, pari a circa 1700 netti. Il numero degli aventi diritto, nel 2012, era di quasi un milione, il 5,7% del totale. Il governo invece voleva tentare una strada più draconiana, colpendo le pensioni nette tra i 2500 e i 3mila euro al mese. Ma il rischio, spiega il quotidiano, è una misura non efficace:
I pensionati con un reddito lordo sopra i 4.800 euro al mese sono meno di 50 mila. Cifre ancora più ridotte per le classi di pensionati che incassano assegni più ricchi, basti ricordare che il contributo di solidarietà richiesto dal governo di Mario Monti, che colpiva i pensionati con redditi sopra i 150 mila euro lordi all’anno, ha portato allo Stato appena 81 milioni di euro, soldi che poi sono stati restituiti in quanto, com’è noto, la Corte Costituzionale ha bocciato clamorosamente il prelievo. Il piano di Cottarelli chiede un contributo di solidarietà del 10-15% e un blocco della indicizzazione biennale. Le voci più insistenti parlano però di un 10% per la durata di un biennio.
Questa la tabella pubblicata dal quotidiano:
E come colpirà il balzello?
Ebbene, facciamo un po’ di conti. Dato che non conosciamo dove verrà posizionata la famosa «asticella», abbiamo ipotizzato diverse situazioni, con pensioni di importo mensile da 2 mila a 7 mila euro. Le rendite con un importo mensile sopra i 7 mila euro, grazie alla Legge di Stabilità del 2014, stanno già scontando (e lo faranno sino a tutto il 2016) un prelievo che va dal 12 al 18%. Tornando ai nostri conteggi possiamo notare che un pensionato che abita a Milano o Roma, con un assegno lordo di 3 mila euro, in realtà, tolte le tasse (Irpef più le addizionali, comunale e regionale), ogni mese mette in tasca 2.113 euro. Ma non solo. Se il ticket sarà veramente pari al 10% dell’importo lordo, alla fine dell’anno subirà un prelievo di ben 3.900 euro, pari a circa due mensilità di pensione netta.