Notre-Dame, il consiglio di Donald Trump e la risposta della Protezione civile della Francia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-15

Come un vecchietto che guarda il cantiere, il presidente degli Stati Uniti su Twitter si è messo a dare consigli su come gestire l’incendio a Notre-Dame ai francesi. Il tweet della Protezione Civile francese sembra quasi rispondere a lui e ad altri che chiedevano le stesse cose

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Come un vecchietto che guarda il cantiere, stasera Donald Trump non si è potuto esimere dal fornire i propri consigli su Notre-Dame in fiamme dopo il crollo della guglia. The Donald ha auspicato l’utilizzo di Canadair o aerei-cisterna e ha detto che bisognava fare in fretta (quest’ultimo, un suggerimento particolarmente ficcante).

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Subito qualcuno si è precipitato a fargli notare che quando brucia la California o le foreste americane il presidente appare molto meno interventista.

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Ma soprattutto, siccome intanto la polemica sull’uso di aerei o simili per buttare acqua sulla Cattedrale in fiamme stava intanto deflagrando anche su Twitter, la Protezione Civile francese si è sentita in dovere di pubblicare un tweet in cui ha spiegato che l’utilizzo di acqua da far precipitare sull’edificio potrebbe far crollare tutto.

Ma siccome che vuoi che ne sappiano in Francia, Guido Parisi, direttore centrale emergenze dei Vigili del Fuoco italiani, ha detto all’Adn Kronos la stessa cosa: “La situazione è molto critica, è un incendio devastante, con una cattedrale così ampia e una struttura in legno. Non è possibile intervenire dall’alto perché il getto dell’acqua farebbe più danno che altro, bisogna avvicinarsi dai lato con getti orizzontali, come stanno facendo i colleghi francesi”. “La copertura è già crollata e quando il legno cade a terra bruciano anche gli altri elementi. Credo che su stia procedendo con una messa in sicurezza dei beni. E’ una situazione molto critica – ribadisce – anche per la posizione molto angusta della Cattedrale e per i materiali di costruzione, quelli utilizzati all’epoca, oltre al legno l’acciaio, che è poco resistente al calore. Bisognava fare molta più prevenzione”. “Quanto accade a Notre Dame ci fa pensare a cosa è successo nel ’97 a Torino – ricorda Parisi – quando salvammo la Sacra Sindone dall’interno della Cappella”.

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