Attualità
Il focolaio di Mondragone può arrivare a Napoli?
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-06-26
Secondo gli esperti la possibilità dell’estensione del focolaio «dipende dagli spostamenti e dalla mobilità dei singoli individui e dei loro contatti». Il governatore annuncia uno screening e la possibilità di mettere l’intera città in quarantena
«Quello di Mondragone è un cluster tipicamente localizzato. È un focolaio probabilmente d’importazione che colpisce però persone che circolano, che lavorano nei campi, che sono giovani, sane e asintomatiche. Questi i fattori di cui tenere conto dal punto di vista epidemiologico»: risponde così oggi sul Mattino Rodolfo Punzi, il direttore del dipartimento di emergenze infettivologiche del Cotugno, alla domanda delle domande sul focolaio più grande della Campania, ovvero se può arrivare fino a Napoli.
Il focolaio di Mondragone può arrivare a Napoli?
Secondo Punzi la possibilità dell’estensione del focolaio «dipende dagli spostamenti e dalla mobilità dei singoli individui e dei loro contatti. Questa comunità bulgara è stanziale, vive e lavora a Caserta. Dunque il rischio è basso e ritengo che la situazione sia sotto controllo. Ciò non esclude che in modi e tempi diversi in Campania,magari per altre ragioni, possano svilupparsi altri singoli focolai. Per cui non bisognerebbe abbassare la guardia e rispettare criteri di prudenza riguardo agli assembramenti, al distanziamento e all’uso delle mascherine e pulizia delle mani». Tuttavia, anche secondo l’esperto del Cotugno c’è differenza tra i casi di oggi e quelli di febbraio: «All’inizio dell’epidemia il virus circolava da mesi senza alcuna restrizione ed è poi esploso in forme cliniche gravi. In quella fase c’era una maggiore carica virale circolante e si facevano i tamponi solo ai sintomatici che avevano anche un criterio epidemiologico di esposizione a fattori di rischio. E’ chiaro che oggi invece agiamo molto più capillarmente e precocemente con i controlli».
Intanto ieri la giornata di Mondragone è iniziata con la protesta dei bulgari che, ieri mattina, violando il nastro biancorosso e i New Jersey che sono bastati, altrove, a contenere interi paesi in quarantena, si sono riversati in viale Margherita chiedere viveri e medicinali. Il corteo è rientrato grazie alla mediazione della Digos. Ma l’azione degli stranieri è stata letta da un gruppo di italiani come una sfida e si è rivelato essere solo il primo grado di una tensione che nel pomeriggio è esplosa in tutta la sua violenza. L’«evasione» dei bulgari non è piaciuta ai mondragonesi che prima hanno assediato il Municipio, poi i Palazzi Cirio. Nelle stesse ore in cui il ministro Lamorgese annunciava rinforzi in arrivo e il governatore De Luca incontrava i vertici sanitari e delle forze dell’ordine nella locale caserma dei carabinieri.
Mondragone e il Coronavirus in Campania
Intanto ieri è arrivato a Mondragone il contingente di 50 militari inviato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per rafforzare il presidio di vigilanza nell’area dei palazzi ex Cirio. Sempre oggi, si apprende dal Viminale, in aggiunta al dispositivo territoriale, sono stati messi a disposizione della questura di Caserta 40 appartenenti alle Forze di polizia, ai quali se ne aggiungeranno altri 30 nella giornata di domani. Il sindaco Virgilio Pacifico ha detto che “Dobbiamo prima di tutto risolvere il problema sanitario, poi passeremo a quello sociale”. I cittadini protestano perché a loro dire questa situazione danneggia la città, che vive di turismo essendo sul litorale, ma chiedono anche di risolvere una volta per tutte il “problema” dei Palazzi ex Cirio, degradato complesso residenziale in pieno centro cittadino, quasi un “mondo a parte” dicono i cittadini mondragonesi, dove il degrado costante e i traffici illeciti, gestiti soprattutto dai bulgari, come il contrabbando di sigarette e alcolici, lo spaccio e il caporalato, sono all’ordine del giorno, come dimostrato dalle continue operazioni delle forze dell’ordine avvenute nel tempo, così come avvengono spesso risse dovute all’uso eccessivo di alcol. Ma ai palazzi ex Cirio vivono anche bulgari e altri stranieri che lavorano come braccianti nei campi, sfruttati anche da connazionali; molti sono arrivati in auto dalla Bulgaria da qualche settimana proprio per lavorare nei campi.
Intanto Matteo Salvini ha annunciato una visita: “Martedì sarò sul posto per cercare di capire come aiutare i cittadini e anche le forze dell’ordine a fare il loro lavoro”. Il governatore Vincenzo De Luca ha parlato di possibile quarantena: “Da domani ci saranno due camper nei quali si faranno tamponi per individuare i positivi. Entro due o tre giorni avremo fatto 3 o 4 mila tamponi e definiremo la situazione”. “Vogliamo dare tranquillità alla cittadinanza – ha aggiunto il presidente della Regione -, controlleremo chi ha frequentato bar e ristoranti vicini ai palazzi. Se dovessimo avere cento positivi si mette in quarantena tutta la città di Mondragone”. Il Mattino spiega che la decisione di disporre l’isolamento per l’intera città finora non è stata presa per diversi motivi:
La conformazione dei Palazzi Cirio, dove è concentrato il focolaio, avrebbe dovuto consentire l’isolamento senza particolari difficoltà e poi si è inteso evitare di compromettere la recente riapertura delle attività commerciali e dei lidi balneari che stanno cercando di rialzarsi dopo il lockdown. È chiaro che anche gli assembramenti di ieri potrebbero innescare decisioni impopolari, ma necessarie per tutelare la salute pubblica.
I risultati dello screening saranno determinanti per stabilire se la zona rossa va estesa a tutta la città. Intanto ancora tensione nella notte. Verso le 2 i vigili del fuoco sono intervenuti per l’incendio di un furgoncino in viale Margherita, a ridosso dei palazzi. Il mezzo dovrebbe essere di proprietà di un bulgaro. Dai primi accertamenti sembra che la causa sia dolosa e che sia stata usata una bottiglia incendiaria.