Attualità

La fine della storia di Fabio e Mingo contro Striscia la Notizia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-10-05

La Procura di Bari ha chiuso le indagini relative alla vicenda esplosa l’anno scorso sui video falsi dei due inviati di Striscia. Secondo i PM baresi Mingo e sua moglie all’insaputa di Fabio avrebbero venduto a Mediaset dieci servizi falsi architettando una truffa da oltre 170mila euro

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Poco più di un anno fa Fabio De Nunzio e Domenico De Pasquale, in arte Fabio e Mingo, venivano sospesi da Striscia La Notizia, il programma di Antonio Ricci per il quale facevano gli “inviati” dal 1997. In seguito allo “scandalo” dei servizi truccati organizzati dai due il Gabibbo (fa ridere lo so) il 24 aprile del 2015 diede la notizia che Fabio e Mingo erano stati sospesi dal programma e i due vennero successivamente licenziati da Canale 5.

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Il provolone che Fabio e Mingo consegnavano ai truffatori durante i loro servizi

Lo scandalo dei servizi falsi realizzati da Fabio e Mingo

«Cari telespettatori, abbiamo ricevuto una segnalazione che potrebbe mettere in discussione il rapporto di fiducia con la redazione pugliese di Fabio e Mingo. Da subito sono sospesi da inviati. Qui siamo a Striscia, mica a MasterChef» disse il celebre pupazzone rosso alludendo allo scoop fatto dal programma di Ricci che qualche tempo prima aveva rivelato che il vincitore della quarta edizione del concorso per cuochi amatoriali era in realtà uno chef professionista (affermazione poi smentita dal vincitore Stefano Callegaro). Dalla scoperta del fatto che alcuni servizi di “denuncia” (come quello della maga sudamericana) risalenti al 2013 erano delle messinscena organizzate da Mingo partì anche un procedimento giudiziario a carico dei due ex investigatori di Striscia. L’accusa iniziale con la quale vengono iscritti nel registro degli indagati assieme ad altre tre persone è abbastanza pesante: simulazione di reato e associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Sul tavolo dei PM i due servizi incriminati: quello della maga truffatrice e quello su un uomo che si spacciava per avvocato senza averne il titolo. Due servizi che, stando a quanto disse il Gabibbo, erano stati organizzato dal duo con l’aiuto di attori e che non rispondevano alla realtà dei fatti. Fabio e Mingo all’epoca si difesero dicendo che avevano sempre fatto quello che veniva chiesto loro di fare spiegando che in fondo loro erano solo attori, ma la direzione di Canale 5 è stata irremovibile e dopo qualche mese si erano trovati un nuovo posto di lavoro, alla conduzione di Luciano – L’Amaro Quotidiano un programma sulla falsariga di Striscia in onda su TeleNorba. La vicenda del licenziamento da Striscia è però giunta in tribunale e il 15 settembre scorso i due hanno convocato una conferenza stampa per spiegare la loro versione dei fatti sostenendo, per bocca del loro avvocato Fabio Verile, di aver “sempre sostenuto che tutti i servizi rappresentavano dei fatti effettivamente verificatesi; in alcuni casi è capitato che – in accordo con la produzione – ci fosse una rappresentazione scenica di fatti veri“. Insomma erano gli autori del programma a decidere come presentare la notizia e in alcuni casi è stato deciso di “rappresentare scenicamente” fatti realmente accaduti. I due si sono detti anche molto amareggiati per il trattamento subito da parte dei vertici Mediaset e da alcuni colleghi del TG satirico che li avrebbero scaricati senza troppi complimenti. L’avvocato dei due attori ha anche riferito di minacce ricevute da alcuni dei testimoni ascoltati dalla procura di Bari:

Molti dei soggetti ascoltati dalla procura di Bari hanno avvicinato Fabio e Mingo per riferire di aver deposto in un clima di terrore e di soggezione. In particolare il più stretto collaboratore della dottoressa Ginefra, titolare delle indagini, Gianluca De Stefano (agente di Polizia giudiziaria), ha ascoltato testimoni che hanno riferito di cose molto gravi che si sono verificate

Sostenendo che ci sono “elevate possibilità” che le indagini siano state falsate e riferendo le parole che sarebbero state pronunciate da De Stefano all’indirizzo di un testimone per convincerlo “a non mettersi contro Mediaset”:

Guarda che ti stai mettendo contro Mediaset, ti stai mettendo contro un colosso, finisci in galera. Ti rendi conto di quello che stai dicendo, non ti conviene dire queste cose. Senti a me, non dire queste cose, tutti gli altri che ho interrogato hanno detto cose diverse da quelle che stai dicendo. Adesso me le dici in un’altra maniera, è meglio per te

Qualche giorno dopo, durante la conferenza stampa di presentazione della nuova edizione del programma Antonio Ricci ha commentato con freddezza le dichiarazioni e le accuse fatte dai suoi due ex collaboratori: «Ho letto tutte le loro dichiarazioni. Posso dire solo che hanno scelto una strategia difensiva molto pericolosa. Non è questo il modo giusto di trovare una via d’uscita».
 

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Fabio e Mingo nello studio della loro nuova trasmissione televisiva

Due truffe ai danni di Mediaset per un valore superiore ai 170mila euro

Nel frattempo le indagini sono andate avanti ed è notizia di oggi che il PM di Bari sostengono che Mingo all’insaputa del collega Fabio avrebbe truffato per 170mila euro Mediaset per la realizzazione di dieci servizi falsi. Con l’aiuto di alcuni complici Mingo si sarebbe fatto pagare il compenso dovuto per dieci servizi relativi a fatti inventati di sana pianta e spacciati per veri agli autori del programma. De Pasquale si sarebbe fatto anche rimborsare i costi non dovuti relativi al pagamento di figuranti e attori. Gli indagati sono quindi Domenico De Pasquale e Corinna Martino, moglie di Mingo e amministratore unico della Mec Produzioni Srl, società della quale De Pasquale è socio. I due sono accusati a vario titolo di truffe, simulazione di reato, falso, calunnia (ai danni di un autore di Striscia) e di diffamazione ai danni degli autori di Mediaset che erano stati accusati di essere corresponsabili nella realizzazione dei servizi falsi. La segretaria della Mec è invece accusata di favoreggiamento personale perché ha mentito agli inquirenti che indagavano sul giro di falsi servizi messo in piedi da Mingo. Non ci sarebbero quindi solo quello relativo alla  maga e al falso avvocato ma anche quello riguardante un sedicente intermediario bancario di Margherita di Savoia che concedeva prestiti irregolari dietro pagamento di una “tangente”, poi c’è il sedicente dipendente della Motorizzazione che prometteva di recuperare i punti della patente in cambio di soldi senza la necessità di sostenere esami di recupero, due falsi assicuratori, un falso medico, un falso manager aziendale che assumeva dipendenti in cambio di prestazioni sessuali, il falso agente interinale e ovviamente i due servizi sulla maga guaritrice e sul falso avvocato che ha finto di aggredire Mingo. Questi servizi in seguito alle indagini della PM Isabella Ginefra sono “risultati artefatti, simulando fatti, personaggi, circostanze e condizioni, frutto della fantasia degli indagati e precostituiti all’insaputa dell’inviato Fabio De Nunzio“. Le truffe in realtà sarebbero due, la prima – relativa al periodo compreso tra il dicembre 2012 e il dicembre 2013 – riguarda le spese sostenute da Mediaset e pagate alla Mec per questi dieci servizi falsi. Si tratterebbe di oltre 21 mila euro che si vanno ad aggiungere al forfettario da 160mila euro (più IVA) a stagione stabilito dal contratto tra Mec e Mediaset e al compenso per i due inviati. La seconda truffa, dell’importo di 151mila euro, è contestata alla sola Martino e fa riferimento a presunte false prestazioni lavorative di figuranti/attori rimborsate da Mediaset. Sul libro paga della società Rti spa venivano cioè inseriti i compensi del cameraman, dell’autista personale di Mingo, di un giornalista-informatore e della segretaria della Mec, che risultavano attori dei servizi mandati di onda. Resta da vedere ora come intenderà muoversi il duo, viste le accuse a carico di Mingo Fabio potrebbe anche decidere di parlare e abbandonare il compagno di questi ultimi vent’anni di carriera.
 
 

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