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Gli 80 anni di Mattarella, il presidente di cui avevamo bisogno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-23

Oggi Sergio Mattarella compie 80 anni, la maggior parte dei quali al servizio dell’Italia e delle istituzioni

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella compie oggi 80 anni. Gran parte di questi sono stati dedicati al nostro paese e, visto l’equilibrio con cui ha affrontato alcuni dei momenti più tragici della storia italiana, noi lo ringraziamo per questo. Tra vita privata e vita politica, la biografia del Presidente potrebbe serenamente valere un libro della Storia d’Italia di Indro Montanelli. Magari quello in cui si ripercorrono le tappe fondamentali del Belpaese dalle stragi di mafia fino al Covid.

80 anni di Mattarella: la sua vita e la sua storia politica

Nato Palermo il 23 luglio 1941, si è laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma con una tesi il cui titolo non avrebbe potuto lasciare spazio all’interpretazione: “La funzione di indirizzo politico”. Ad una vita privata condotta all’insegna della discrezione, fa da contraltare la grande notorietà che ebbe il suo cognome dopo l’omicidio del fratello Piersanti. L’attuale Presidente non aveva avuto ancora nulla a che fare con il mondo della politica quando nel 1980 il fratello, che due anni prima era stato eletto presidente della Regione Sicilia con la Democrazia Cristiana, fu assassinato davanti alla porta della sua abitazione mentre si recava alla messa della domenica. Mattarella in un video di alcuni anni fa, parlando del fratello lo descrisse come meglio non avrebbe potuto “Non aveva la vocazione al martirio, ma aveva il senso della dignità”.

Fu quel violento ed efferato omicidio a convincere Sergio Mattarella. Nel 1983 l’allora docente di Diritto Parlamentare decise di candidarsi nel collegio Sicilia occidentale, risultando il secondo per preferenze nella sua regione. La candidatura fu voluta da Ciriaco De Mita, segretario della DC: serviva a restituire credibilità ai democristiani di Sicilia. Alcune correnti erano infatti accusate di essere contigue alla mafia e di essere corree delle scomparse non solo di Piersanti Mattarella, ma anche del segretario comunista Pio La Torre e del prefetto di Palermo, Carlo Alberto Dalla Chiesa.

La carriera politica

Negli anni da Parlamentare ha ricoperto diversi incarichi all’interno del partito, e anche dei vari governi che si sono succeduti. E’ stato Ministro per i rapporti con il Parlamento per due anni quando alla guida del paese ci furono De Mita e Goria. Fu Andreotti a volerlo Ministro dell’Istruzione, ma il sodalizio durò un solo anno. Mattarella apparteneva alla corrente più di sinistra della Dc. Nel 1990 lascio il dicastero per manifestare il suo dissenso rispetto alla fiducia che l’allora premier aveva posto sulla Legge Mammì, norma che avrebbe riformato il sistema radiotelvisivo in favore dell’emergente gruppo Fininvest guidato da Silvio Berlusconi che ad inizio anni novanta non aveva ancora dato il via alla sua scalata alla guida del Paese. Fu Vicepresidente del Consiglio dei ministri, prima, e Ministro della Difesa, poi, con Massimo D’Alema, che gli conferì per un breve periodo anche la guida della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali. Il nome di Mattarella è anche quello che accompagna una delle leggi elettorali più famose della storia d’Italia, il Mattarellum. La legge elettorale che caratterizzerà tutta la seconda repubblica, in cui il proporzionale lascia il posto al sistema misto: il maggioritario viene corretto da una sensibile quota proporzionale corrispondente a un quarto dei seggi di ciascuna Camera.

La storia politica del Presidente vive una pausa, quasi che dopo tanti anni al servizio dello stato si fosse voluto riposare. Fin quando nel 2015, al quarto scrutinio, il Partito Democratico dell’allora segretario Matteo Renzi si compattò sotto il suo nome, con il sostegno di soggetti politici come Sinistra Ecologia e Libertà, Scelta civica di Mario Monti e Area Popolare, di cui facevano parte esuli del Ncd. Il settennato che si concluderà (forse) nel 2022 è stato tra i più difficili passaggi della storia repubblicana. Prima l’ascesa del Movimento Cinque Stelle, soprattutto nella sua fase iniziale. Una realtà che si presentava come antisistema. Passato alla storia il discorso di Di Maio in cui invocando una mobilitazione popolare annunciava l’impeachment del capo dello stato, Mattarella aveva appena impedito la nascita del governo gialloverde. Il contratto di governo che sarebbe comunque stato siglato di lì a qualche settimana aveva previsto che fosse inizialmente Paolo Savona il ministro dell’economia, posizionato sulla linea antieuropea. Una faticosa mediazione portò al nome di Giovanni Tria, profilo più gradito al Quirinale.

La pandemia da Coronavirus che si è abbattuta su tutto il mondo da inizio 2020 lo ha portato al centro della quotidianità degli italiani. Ha svolto un ruolo di guida per l’opinione pubblica, consentendo anche al Governo Conte bis di poter lavorare con l’imprescindibile fiducia dei cittadini. Ad inizio 2021 ha dovuto ancora una volta dover amministrare un periodo di transizione al governo del paese, poichè la maggioranza giallorossa nata nell’estate del 2019 non aveva più i numeri per andare avanti dopo il dietrofront dei ministri di Italia Viva. Determinante è stato ancora una volta l’indirizzo del Quirinale nella direzione da dare alla crisi, scegliendo un governo di unità nazionale piuttosto che un ritorno alle urne. Il nome indicato è stato quello di Mario Draghi, fino a quel momento indicato come suo più probabile successore.

MATTARELLA ESAULTANZA VITTORIA ITALIA EUROPEI

Per lui anche l’orgoglio di essere Italia ed Europa in Inghilterra lo scorso 11 giugno. Matteo Berrettini, primo italiano nella storia ad una finale di Wimbledon, e gli azzurri di Roberto Mancini a Wembley contro i padroni di casa. In una partita dai mille significati, sportivi e geopolitici per chi vuole vederci qualcosa più del tifo nella foto di Ursula Von der Layen con la maglietta degli azzurri. Molti italiani per riassumere la felicità di quel giorno utilizzerebbero lo scatto più amato del web, in cui anche il sempre compostissimo Sergio Mattarella grida ed esulta come tutti alla parata di Gigio Donnarumma.

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