Quattro mappe per spiegare come cambia l'Europa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-16

La popolazione si sposta verso Nord-Ovest. E il mediterraneo è sempre più depresso. Cronaca di una ricchezza spostata, tra austerity e crisi economica

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La popolazione europea si sta spostando verso nord-ovest. E mentre il PIL nei suoi paesi orientali sembra essere in espansione, la campagna e le città più piccole continuano a svuotarsi a scapito dei grandi agglomerati urbani. Il sud dell’Europa è colpito dall’austerità, ma le città del mediterraneo continuano a crescere in termini di popolazioni. Questi alcuni dei dati sui cambiamenti demografici in Europa illustrati da Citylab in un pezzo a firma di Fergus O’Sullivan basato sui numeri del rapporto con i numeri del rapporto di Bloomberg Philanthropies e LSE Cities. La prima infografica indaga la crescita del prodotto interno lordo per capita nelle città europee, ed evidenzia che gli agglomerati urbani in cui c’è maggior crescita sono quelli dell’Europa Orientale, mentre Spagna, Grecia e Italia vedono una riduzione abbastanza consistente.

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Il PIL per abitante nelle città europee – Isecities.net

La media dei tassi di crescita tra 2003 e 2013, spiega Citylab, è più forte in Lituania, Moldavia e Albania, dove però le grandi città crescono a un ritmo più lento rispetto ai paesi, anche se ci sono eccezioni alla regola. Nel frattempo l’austerità che ha colpito l’Europa meridionale e l’Irlanda continua ad avere il suo effetto recessivo o comunque negativo. In particolare il record negativo per l’Italia è quello di Messina, mentre per la Grecia in questa non invidiabile graduatoria la spunta Larissa. Restringendo il campo agli ultimi cinque anni, spiega il report, il rapporto peggiorerebbe. C’è anche da sottolineare che la crescita di Cluj in Romania è impressionante, ma in termini assoluti il pil per abitante ammonta a circa un decimo di quello di Copenhagen.
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Il tasso di disoccupazione nelle città europee – Isiecities.net

La mappa della disoccupazione giovanile evidenzia alcuni punti prevedibili (i due terzi degli ateniesi e dei barcellonesi al di sotto dei 25 anni sono senza lavoro), ma anche alcune sorprese. Anche le città più ricche infatti soffrono della piaga della disoccupazione giovanile, come Stoccolma dove arriva a punte del 30%, o Sheffield, dove arriva al 35% al contrario di Edimburgo e Cambridge dove la situazione è molto migliore. Insomma, anche le zone interne ai paesi soffrono di grandi disparità, e qui – visto l’esempio – la politica europea c’entra poco o nulla.
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Crescita della popolazione – Isecities.net

La popolazione nelle grandi città europee è in crescita soprattutto perché attrae immigrazioni sia interne che esterne. Ecco perché ad esempio Tirana è in così tumultuosa crescita (+2,8%), e nel frattempo la sua campagna si spopola: tutti si trasferiscono in città per trovare nuove occupazioni. C’è anche da segnalare che la maggior crescita in termini di popolazione è registrata in città che non erano grandi metropoli. Quindi l’attrattiva è da ricercarsi in una motivazione economica nuova rispetto alla storia, e anche nel fatto che in alcune zone la vita costa meno rispetto che in città come Londra o Parigi.
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Rapporto tra migranti e residenti – Isecities.net

Le città europee che attualmente vedono l’arrivo di un maggior numero di migranti sono quelle dei paesi che si affacciano sul mar del Nord e nella Manica, mentre l’incremento percentuale più ampio si registra a Losanna in Svizzera, che attrae migranti da decenni trovandosi in una regione ricca e con un basso tasso di natalità.
 

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