La mappa delle zone sismiche a Roma e nel Lazio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-12

L’80 per cento dei plessi scolastici romani è stato costruito prima del 1974 quando ancora non c’era una normativa antisismica. Dopo il terremoto del 2016 si era definito un piano di interventi su 340 scuole comunali, su 98 erano state rilevate «anomalie» e su 73 di queste erano state riscontrate problematiche da approfondire

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Dopo il terremoto a Roma di ieri, il Messaggero pubblica oggi la mappa delle zone sismiche a Roma e nel Lazio su dati dell’ENEA, ricordando che  l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha classificato l’evento, avvenuto a soli 10 chilometri di profondità, con magnitudo 3.3, ricordando che l’area interessata «non presenta una sismicità significativa negli ultimi anni», ma che va «comunque monitorata», come ha rilevato il sismologo Alessandro Amato.

La mappa delle zone sismiche a Roma e nel Lazio

Il terremoto è stato avvertito nitidamente in molte parti della Capitale, in particolare nella zona Nord-Est e Sud-Est, fino in Prati e in Centro, passando per l’Appio e il Tuscolano. E ricordando che ieri all’alba, dopo la scossa nell’area della Marcigliana a ridosso di Fonte Nuova si sono temute nuove crepe nel patrimonio di Roma.

Si è subito messo in contatto con i 450 dirigenti scolastici della Capitale e provincia, Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e Lazio. «Sul fronte scuole – dice – ci sono ancora troppe cose da fare per l’adeguamento sismico. Il 60 per cento degli istituti, a quanto ci risulta, non ha un certificato di agibilità. A oggi ancora registriamo intonaci che cadono, facciate da rifare, palestre da mettere a norma. Ci sono edifici sui cui tetti cresce l’erba, altri con soffitti ammalorati, pareti crollate. I presidi stanno ancora aspettando i lavori. Al momento l’unica nota positiva è l’arrivo della circolare in cui la Città Metropolitana informa che ripartirà lo sfalcio dell’erba nei cortili».

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La mappa delle zone sismiche a Roma e nel Lazio (Il Messaggero, 12 maggi 2020)

L’80 per cento dei plessi scolastici romani è stato costruito prima del 1974 quando ancora non c’era una normativa antisismica. Dopo il terremoto del 2016 si era definito un piano di interventi su 340 scuole comunali, su 98 erano state rilevate «anomalie» e su 73 di queste erano state riscontrate problematiche da approfondire.

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