La mappa delle regioni che possono diventare zona rossa, arancione o verde

Categorie: Attualità, FAQ

L'elenco delle regioni divise per aree di rischio con la classificazione di zone rosse, arancioni e verdi verrà diffuso oggi: sono 21 i parametri che determinano la suddivisione delle regioni. Se per Piemonte, Lombardia e Calabria sembra ormai certo il lockdown morbido riservato alle zone rosse altre regioni sono in bilico

L’elenco delle regioni divise per aree di rischio con la classificazione di zone rosse, arancioni e verdi verrà diffuso oggi: sono 21 i parametri che determinano la suddivisione delle regioni. Se per Piemonte, Lombardia e Calabria sembra ormai certo il lockdown morbido riservato alle zone rosse altre regioni sono in bilico; secondo Repubblica sono 5 le regioni zone rosse con la Campania in bilico tra zona arancione e rossa e il Veneto tra zona verde e arancione:



Manca ancora l’ultimo monitoraggio, ma candidate alla chiusura sono Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta e Alto Adige. In questa cerchia potrebbe però rientrare anche la Campania, a rischio per l’area metropolitana Napoli-Caserta. Puglia e Sicilia saranno presumibilmente inserite nella fascia intermedia, che prevede comunque la pesante serrata di bar e ristoranti. Lo stesso vale per la Liguria. A sorpresa, anche l’Emilia-Romagna balla sul filo, come pure il Veneto: ancora da stabilire se saranno arancioni o in fascia verde



Il Corriere spiega che i vari parametri usati per la classificazione potrebbero tenere la Valle d’Aosta in zona arancione:

Nel nuovo bollettino, che sarà annunciato oggi in conferenza stampa, ci sono cinque regioni considerate a «rischio alto con probabilità alta di progressione»: sono Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia. Eppure, da quel che si sa, nella fascia rossa non ci sarebbero Puglia e Sicilia. La prima sarebbe invece nella fascia arancione, insieme a Campania, Val D’Aosta, Veneto e Liguria. Come si vede, le certezze sono poche, a causa del complesso sistema creato per definire lo stato di salute di una regione. Sono stati individuati 21 parametri. I dati disaggregati non sono tutti noti, come denuncia una parte della comunità scientifica. Un emendamento al «decreto Rilancio» che chiedeva la pubblicizzazione dei dati, presentato a giugno dal deputato radicale Riccardo Magi, fu respinto per «motivi di privacy». Del resto non è noto neanche il criterio usato per la ponderazione, per attribuire un peso a ogni criterio rispetto a un altro. Ma è dall’analisi incrociata di questi parametri che scatterà la tagliola delle misure più pesanti. Uno dei più importanti è l’Rt symp, l’indice di contagiosità, calcolato solo sui sintomatici.