La storia degli operatori sanitari “malati immaginari” all’ospedale Cardarelli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-19

L’ospedale Cardarelli ieri ha smentito la notizia dei 249 dottori “malati immaginari” che si sono messi in malattia per paura del Coronavirus. Ma oggi arrivano anche conferme

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L’affare dei 249 dottori (o per meglio dire, operatori sanitari) “malati immaginari” all’ospedale Cardarelli di Napoli per il Coronavirus si ingrossa. Ieri il Fatto Quotidiano ha raccontato la testimonianza di Ciro Mauro, primario di cardiologia e soprattutto capo del Dipartimento dell’emergenza del grande ospedale napoletano, che in una nota aveva parlato di 249 operatori sanitari in malattia durante l’emergenza e adombrato il sospetto che fossero finti malati.

La storia degli operatori sanitari “malati immaginari” all’ospedale Cardarelli

L’ospedale ha smentito tutto parlando di falsa notizia: “Dei 739 medici impegnati a combattere l’emergenza legata al Coronavirus e a tutte le altre patologie i medici assenti per malattia sono 33. Di questi 17 operano nel Dipartimento di Emergenza Urgenza DEA e altri 16 sono invece assegnati ad agli altri dipartimenti assistenziali. È bene rilevare anche che dei 33 medici attualmente in malattia 4 sono affetti da anni da gravi patologie e 4 sono stati accertati COVID positivi”, aveva fatto sapere il direttore generale Giuseppe Longo minacciando denunce e querele. Oggi ancora Mauro conferma tutto dopo le richieste di fornire le prove, sotto minaccia di sanzione disciplinare, arrivate anche dall’Ordine dei Medici:

“Non devo documentargli proprio niente –replica lo stesso Ciro Mauro –.Quel che ho detto non è frutto di fantasia. Il presidente dell’Ordine eserciti i controlli, verifichi quanti studi medici sono aperti e quanti chiusi. L’azienda mi ha chiesto il silenzio e io mi consegno al silenzio. Basta così”. Ma le parole dette il giorno prima erano state eloquenti. “Ho espresso la mia preoccupazione. Volevo –conclude –che la rivelazione fosse un deterrente, un modo per non aggiungere altre assenze a queste già numerose. Ho estratto il dato da fonti aziendali certe. Non ho buoni rapporti con i sindacati, sono stato capace di compattarmeli tutti contro. Il management del Cardarelli ha reagito a queste assenze? Stanno là da pochi mesi, faranno le scelte che riterranno opportuno fare”.

 

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Il Fatto, nell’articolo a firma di Caporale e Iurillo, fa anche la prosa della smentita dell’ospedale, segnalando che nel gioco lessicale le parole assumono un significato diverso, ma i numeri no. Se 33 sono i medici, e la cifra non sembra così marginale,glialtri 216 chi sono?

Vattelapesca! Il filo della smentita si interrompe quando la direzione strategica, a differenza dei Nas che adesso devono accertare, non approfondisce la questione, non smentisce il numero totale, ma ribadisce un diverso parziale. Sembra darsi cura solo dei medici e non degli altri operatori sanitari. Dentro questa definizione sono evidentemente comprese figure professionali rilevantissime: infermieri, specializzati e generici, ferristi, portantini. Insomma il team senza il quale il medico non può operare .E allora: vero o falso che gli assenti siano 249?

L’Ordine di Napoli e le assenze di chi non è malato

C’è di più. Sempre il Fatto ricorda che il decreto dell ’8 marzo scorso del premier Conte all’articolo 3 raccomanda a tutte le persone affette da “patologie croniche” di evitare di uscire dalla propria abitazione “fuori daicasidi stretta necessità”. Norma che ha portato l’Inps a emanare una circolare rivolta ai medici di famiglia che rilasciano i certificati di malattia anche ai loro colleghi. Poche righe per dare strette indicazioni: sono autorizzati a rilasciarli con il codice V07, riferito a persone con necessità di isolamento, altri rischi potenziali di malattie e misure profilattiche. E a lamentarsi all’epoca ci fu anche l’Ordine dei Medici di Napoli:

Ne è venuto fuori un vespaio. Incroci di lettere e telefonate allarmate al ministero della Salute. Non solo perché la casistica delle patologie croniche può comprendere anche l’ipertensione, che però può essere tenuta sotto controllo dai farmaci. Ma perché negli ambulatori dei medici di base sono poi cominciate a fioccare le domande di certificati anche da parte degli stessi operatori sanitari.

Uno dei primi ad accorgersi dell’inghippo è stato il presidente dell’Ordine dei medici di Ravenna, Stefano Falcinelli: “Nella circolare Inps non è scritto quali sono le patologie croniche che avrebbero diritto al certificato –spiega –. E io, medico di famiglia, come faccio a sapere quali sono quelle che espongono maggiormente al rischio di contagio?E a conoscere con esattezza quali sono le effettive condizioni di lavoro di chi mi chiede il certificato?”.

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C’è chi, come l’Ordine dei medici di Napoli, ha diramato, il 12 marzo scorso, una comunicazione agli iscritti: “A seguito di numerosi quesiti rivolti allo scrivente Ordine dei medici, si rileva che nell’attuale fase di diffusione daCovid-19 sono sempre più frequenti richieste improprie di certificazioni di malattia per soggetti che non ne hanno diritto”.

E allora chi ha ragione?

Leggi anche: L’ospedale Cardarelli dice che i 249 dottori malati immaginari sono una falsa notizia

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