Il M5S va alla guerra del tunnel del Brennero

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-18

Qualche giorno fa il ministro Toninelli ne magnificava le virtù quando non era ancora operativo. Oggi Fraccaro dice che i lavori vanno fermati

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Il ministro per i rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro a Bolzano ha affermato che i lavori per il tunnel del Brennero devono essere bloccati. “Il lavori per il tunnel del Brennero si devono bloccare, perché i costi dell’opera sono superiori ai benefici, quindi per il Movimento 5 stelle si deve puntare sulla mobilità sostenibile”.  “Stiamo lavorando perché i soldi che paghiamo con le nostre tasse per la mobilità non vadano per scavare un tunnel ma per migliorare la mobilità attraverso un investimento sulla rotaia e sul trasporto pubblico gratuito”, ha aggiunto. Il ministro Fraccaro dice quindi l’esatto contrario di quanto affermava Toninelli  qualche giorno fa nella gaffe che ha fatto ridere mezza Italia e imbarazzare l’altra metà, quella che sostiene il governo: «Sapete quante delle merci italiane quanti imprenditori italiani utilizzano con trasporto principalmente ancora su gomma il tunnel del Brennero e oggi purtroppo dobbiamo subire limitazioni settoriali da parte delle autorità del Tirolo che danneggiano fortemente l’economia italiana».

https://youtu.be/NJdqP2KahfU

A differenza di Fraccaro, Toninelli si stava riferendo a un tunnel non ancora completato e per il trasporto ferroviario. Ma a quanto pare il ministro per i rapporti con il Parlamento non ha riscosso grande simpatia in maggioranza: “Se comincio a fare un buco in una montagna, preferisco finirlo piuttosto di lasciarlo a metà”, ha detto Matteo Salvini smentendo il collega di maggioranza. “Questo vale per la Pedemontana, il terzo valico e l’energia in Puglia. E’ evidente che i benefici in questo caso sono superiori ai costi”. Il rapporto costi-benefici del tunnel del Brennero e delle relative tratte di accesso, dimostra come sia un’opera strategica i cui costi sono co-finanziati dall’Ue al 40%, sostenuti al 30% da Italia e Austria, e sono sensibilmente inferiori ai benefici economici e infrastrutturali che la realizzazione dell’opera determinerà.

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