Attualità
Il report riservato sul lockdown a Milano
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-10-21
Il Fatto rivela che il Cts regionale già nella riunione di venerdì avrebbe sottolineato come già venerdì la Lombardia fosse, coi suoi oltre 13.700 nuovi casi maturati la scorsa settimana, in uno scenario da lockdown, in particolare Milano
La richiesta del coprifuoco dalle 23 alle 5 fatta dalla Regione Lombardia al governo “credo non sia del tutto sufficiente per Milano“: lo ha detto il virologo e membro del Cts regionale Fabrizio Pregliasco, intervistato da Radio Popolare, aggiungendo che “per densità di popolazione, interscambi lavorativi, i contatti legati alla tipologia abitativa di Milano, sicuramente è un malato più grave”. Pregliasco ha spiegato che si attenderanno gli effetti di questa ordinanza “ma siamo pronti velocemente a immaginare ulteriori provvedimenti”. E il Fatto rivela che un report prevedeva il lockdown per Milano:
Le 47 pagine del documento riservato “Report sintetico Covid nuovi casi del 15.10.2020”, con tanto di tabelle, grafici, ubicazione e composizione dei nuovi focolai, sono state introdotte nella riunione di venerdì al Pirellone dal direttore generale della Sanità, Marco Trivelli, in modo lapidario: “Non siamo in grado di controllare l’e pidemia”. E se prima l’epidemia, durante la prima ondata, si era concentrata per lo più solo in alcune zone (Bergamo e Brescia), quelle che hanno sviluppato oggi una “prote -zione di comunità”, ora invece l’allarme vero è Milano, seguita da Monza, Varese e Pavia. La metropoli da 3 milioni di abitanti è il cuore attuale di questa seconda ondata, che ancora una volta sembra colpire con maggior forza la Lombardia. “E quello che ci preoccupa è che non sappiamo esattamente in una grossa metropoli la velocità con cui il fenomeno si può verificare ”, ha detto Vittorio Demicheli, il direttore sanitario dell ’Ats Milano.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala in un video messaggio su Facebook ha spiegato che alla base della decisione di far scattare il coprifuoco, presa insieme al presidente della Regione Attilio Fontana c’è la relazione del Cts regionale. Se non scattasse il coprifuoco in Lombardia la situazione dei contagi, e dei ricoveri sarebbe insostenibile per gli ospedali: si arriverebbe a “4 mila entro fine mese che ingolferebbero il sistema sanitario e impatterebbero anche sulle altre importanti cure che il sistema sanitario gestisce. “A ieri in terapia intensiva ci sono 113 persone, ma soprattutto quello che ci e’ stato detto è che con le misure di prevenzione a oggi adottate c’è una seria probabilità che entro fine mese, a breve, questi 113 diventino 600 e soprattutto che ci siano 4 mila ricoveri. Grave per il numero delle persone in terapia intensiva, ma anche per il numero dei ricoveri” che metterebbero in seria difficoltà gli ospedali”. Per tutto questo si è deciso per il coprifuoco che durerà tre settimane, dalle 23 alle 5 del mattino. In realtà la situazione è già oltre, spiega il Fatto:
Ma il futuro, se si guardano i dati e gli scenari del report della Regione, è già qui. In un foglio Excel diviso in 4 colonne di diverso colore, dal verde al rosso fuoco, si tracciano 4 scenari. Si passa da una situazione di “Trasmissione localizzata invariata rispetto al periodo luglio-agosto” (verde), all’estremo opposto, “Trasmissibili tà non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo”(rosso). A fare la differenza, il numero dei contagi, l’indice Rt e l’occ upazione delle terapie intensive. E se si verifica lo scenario 4, quello rosso per intenderci, con numeri vicini ai 15mila casi settimanali, l’opzione scritta nera su bianco è “!? LOCKDOWN ?!” (punteggiatura compresa). È su questo che il Cts già nella riunione di venerdì avrebbe puntato forte, sottolineando come già venerdì la Lombardia fosse, coi suoi oltre 13.700 nuovi casi maturati la scorsa settimana, in uno scenario da lockdown. Una situazione a cui era fortemente consigliato rispondere, secondo gli scienziati, con “restrizioni generalizzate con estensione e durata da definirsi” e con un “lockdown”.