L'Italia ultima in Europa per crescita

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-02-14

Le previsioni della Commissione sul PIL: un valore che è esattamente la metà di quello dell’Ue nel suo complesso (+1,8%, rivisto al rialzo di due decimali) e di gran lunga inferiore a quello della zona euro (+1,6%, in rialzo di un decimale)

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L’Italia è ultima in Europa nella crescita del PIL secondo le previsioni della Commissione Europea nel 2017. I numeri di Bruxelles dicono che la nostra economia resterà inchiodata al +0,9% nel 2017, lo stesso dato previsto in autunno. Un valore che è esattamente la metà di quello dell’Ue nel suo complesso (+1,8%, rivisto al rialzo di due decimali) e di gran lunga inferiore a quello della zona euro (+1,6%, in rialzo di un decimale). Il ritmo della crescita italiana è «costante», ma «moderato». E deve far fronte a due insidie: «L’incertezza politica e il lento aggiustamento del settore bancario – scrive la Commissione – pongono rischi al ribasso alle prospettive di crescita”.

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Le previsioni di crescita nel 2017 (La Stampa, 14 febbraio 2017)

Spiega oggi La Stampa:

Certo i numeri dell’economia italiana fanno poco sorridere. Non ci sono solo la peggior crescita d’Europa e una disoccupazione che non scende sotto l’11,6% (nel 2017). Il deficit sarà al 2,4% del Pil nel 2017 e le stime prevedono un rialzo al 2,6% l’anno prossimo. In aumento anche il debito pubblico: dal 133,1% stimato in autunno al 133,3% finito nelle tabelle diffuse ieri. Questo a causa delle “risorse usate per sostenere il settore bancario e gli investitori al dettaglio”.
Il vice-presidente della Commissione, Valdid Dombrovskis, parlando in generale dei dati europei, sottolinea la necessità di “sforzi costanti di riforme strutturali” e invita i Paesi con alto livello di deficit e di debito a ridurli “per rafforzare la loro capacità di resistere a eventuali choc economici”. Per la Commissione ci sono ben tre “rischi eccezionali” in questo 2017: i negoziati per la Brexit, le incognite che arrivano dalla Casa Bianca e le elezioni nei vari Paesi Ue. Su quest’ultimo punto, Moscovici ha indicato nel crescente “populismo anti-euro” la principale minaccia.

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