Attualità
Davide Biancifiori: Scarface e l'inchiesta delle Iene sugli appalti truccati alla Presidenza del Consiglio
Giovanni Drogo 10/04/2015
Seconda puntata dell’inchiesta delle Iene sulle tangenti ai funzionari della Presidenza del Consiglio dei Ministri. David Biancifiori detto “Scarface” nega tutto ma nel frattempo è stato arrestato ieri per un’altra vicenda di corruzione di funzionari pubblici
Era stato appena intervistato dalle Iene nell’ambito dell’inchiesta televisiva di Filippo Roma sugli appalti truccati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Poco dopo la fine dell’intervista (andata in onda durante la puntata di ieri sera del format di Italia Uno) David Biancifiori, detto anche “Scarface” è stato arrestato su mandato della Procura di Velletri. Nulla a che vedere per ora con la storia delle tangenti alla Presidenza del Consiglio. Si tratta infatti di un’altra inchiesta, quella che ha portato all’arresto ieri del sindaco di Marino Fabio Silvagni, accusato di corruzione e peculato per aver rilasciato autorizzazioni per l’apertura di un fast food in cambio dell’assunzione di alcune persone da lui indicate.
L’INCHIESTA DELLE IENE
L’indagine della iena Filippo Roma era partita da una segnalazione di una ex dipendente della Di.Bi. Technology (l’azienda di David Biancifiori) venuta alla luce in seguito allo scandalo che ha coinvolto l’ex-Ministro dei Lavori Pubblici Maurizio Lupi. Secondo la fonte (rimasta anonima) l’azienda di Biancifiori avrebbe pagato tangenti a funzionari e dipendenti della Presidenza del Consiglio per aggiudicarsi l’assegnazione di una gara d’appalto per un valore (a quanto detto nel servizio andato in onda il 27 marzo scorso) di dieci milioni di euro. Il tutto per la fornitura di servizi audio video, del “service” insomma, per gli eventi della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Secondo l’ex dipendente dell’azienda di Scarface dirigenti del Ministero erano sul libro paga della Di.Bi. Technology che elargiva pagamenti in denaro e regali per aggiudicarsi gli appalti del Ministero. Ad un certo punto viene mostrato un documento con l’ammontare delle cifre pagate in un solo mese dall’azienda al personale del Ministero, con i relativi nominativi. Secondo la fonte delle Iene non tutti i pagamenti erano a cadenza mensile, alcuni versamenti erano “una tantum” altri invece erano a cadenza regolare.
Come si vede, e come viene più volte ripetuto nel corso del servizio, l’ammontare delle mazzette elargite in un solo mese è di oltre un milione e seicentomila euro. E non è tutto: nel caso di un funzionario del Ministero l’azienda ha provveduto, sempre secondo la fonte delle Iene, alla ristrutturazione dell’appartamento e alla fornitura a titolo gratuito (ovvero in regalo) di un pianoforte del valore oltre cinquemila euro. Il tutto documentato con una mail che la socia di Scarface avrebbe inviato al funzionario. La prova sarebbe uno scambio di email risalente al 2012 tra Pamela Oliva (responsabile commerciale di Di.BI. Technology) e il funzionario del Ministero.
LA VERSIONE DI SCARFACE
Ovviamente il servizio realizzato da Filippo Roma ha avuto una certa eco, il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro Boschi (che ha spiegato che attualmente i contratti di appalto sono secretati per legge) e i carabinieri hanno contattato le Iene per acquisire le prove mostrate durante la puntata del 27 marzo. Nel servizio andato in onda ieri sera le Iene ci svelano alcuni nomi e cognomi. Il funzionario che che avrebbe ricevuto in regalo il pianoforte è Massimo Scettini che Roma è andato a trovare a casa sua. Schettini nega di aver ricevuto in regalo il pianoforte, a suo dire lo strumento sarebbe stato procurato sì dalla socia di Biancifiori, ma una volta saputo il prezzo Schettini lo avrebbe restituito dal momento che non se lo sarebbe potuto permettere. Diversa è la versione data proprio da Biancifiori (che ci fa pure vedere il famoso piano). La sua socia avrebbe prestato il piano a Schettini, che ne aveva bisogno per la figlia, e una volta venuta meno l’esigenza il funzionario l’avrebbe restituito alla proprietaria. Una versione decisamente diversa da quella fornita dall’imbarazzato funzionario del Ministero. Riguardo la questione delle tangenti per ottenere l’appalto Scarface racconta un’altra storia. La sua versione è che non avrebbe potuto pagare tangenti per più di due milioni di euro su un appalto da cinque milioni e quattrocentomila euro in due anni (e non dieci come rivelato nel primo servizio di Roma). Biancifiori dice infatti che pagando quelle cifre su un appalto da “un milione e cento mila euro l’anno” sarebbe andato in bancarotta. In mancanza di altre prove la difesa di Scarface è quantomento verosimile perché le cifre presentate dalle Iene sono decisamente alte per delle mazzette. Resta il dubbio sul pianoforte. Ora Biancifiore è stato arrestato (per un’altra questione di corruzione) e saranno da vedere gli ulteriori sviluppi delle indagini. Nel frattempo il deputato del M5S Riccardo Nuti continua a chiedere (come già aveva fatto un anno fa) risposte alla Boschi riguardo la questione degli appalti affidati a Biancifiori e alla sua azienda:
#leiene David Biancifiore, detto Scarface, della Dibi Technology oggi è stato arrestato. È lui uno di coloro che vincevano appalti della Presidenza del Consiglio tramite presunte tangenti. Il M5S, che aveva interrogato il governo più di un anno fa senza ricevere risposta, ha chiesto tramite un question time chiarimenti al governo su questi casi che non sono più isolati ma per la Boschi gli appalti sono secretati e va tutto bene.
Va fatto notare che il Ministro Boschi ha dichiarato che pur essendo gli eventi emersi dal servizio delle Iene precedenti all’inizio del mandato del Governo Renzi, la Presidenza del Consiglio dei Ministri si è mossa sporgendo denuncia alla Procura e attivando la commissione disciplinare interna per verificare le responsabilità del personale ed eventualmente prendere provvedimenti.