Economia
L’IMU della Chiesa, cinque miliardi di arretrati nel mirino M5S
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-11-19
Il senatore Elio Lannutti ha depositato un emendamento che dispone che la Chiesa paghi l’Imu su tutti i suoi immobili adibiti a ristoranti, bar, alberghi, o anche all’erogazione di servizi ospedalieri o sanitari
Ci sono cinque miliardi di arretrati dell’IMU della Chiesa nel mirino del MoVimento 5 Stelle. Il senatore Elio Lannutti ha depositato un emendamento che dispone che la Chiesa paghi l’Imu su tutti i suoi immobili adibiti a ristoranti, bar, alberghi, o anche all’erogazione di servizi ospedalieri o sanitari. E, secondo la proposta dell’esponente pentastellato, lo Stato dovrebbe trattenere almeno il 30% rispetto al fatturato complessivo dell’azienda. Lannutti reclama anche il versamento degli arretrati Ici (la vecchia formulazione dell’Imu) relativi al periodo 2006-2011. Spiega oggi Il Messaggero:
Con questa mossa, i 5 Stelle ripropongono una vicenda spinosa che si trascina da molti anni e che sembrava chiusa nel 2012 quando il governo Monti firmò un accordo con le autorità ecclesiastiche. In base a quell’intesa ogni singola parrocchia o realtà ecclesiastica, se titolare di una attività commerciale, da quel momento era tenuta a pagare l’imposta sugli immobili al Comune di riferimento. Il problema è che il Vaticano, che detiene il 20% del patrimonio immobiliare italiano, ha un parco immobiliare composto da 9 mila scuole, 26 mila tra chiese, oratori, conventi, campi sportivi e negozi e 5 mila tra cliniche, ospedali e strutture sanitarie e di vario genere.
Ieri l’Apsa, l’ente che gestisce gli immobili del Vaticano, ha reso noto quanto versato nell’ultimo anno. Nel 2018, secondo quanto riferito dallo stesso presidente, monsignor Nunzio Galantino, l’Apsa ha pagato di Imu 9 milioni 228 mila euro e 30 centesimi. E a questa cifra occorre aggiungere quanto versato per gli immobili di Propaganda Fide, della Cei, del Vicariato. Nel primo semestre del 2019 l’Apsa a versato Imu, a titolo di acconto per 4 milioni e 434 mila euro.
Un incasso evidentemente giudicato insufficiente dai 5 Stelle, che puntano a un giro di vite. Rimettendo nel mirino soprattutto gli arretrati.