Le regioni a rischio zona arancione e rossa da lunedì 11 gennaio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-08

Da lunedì mezza Italia potrebbe ritrovarsi in zona arancione, con la Sicilia che potrebbe passare direttamente da gialla a rossa

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Da lunedì mezza Italia potrebbe ritrovarsi in zona arancione, con la Sicilia che potrebbe passare direttamente da gialla a rossa, e il governo già pensa in vista del nuovo Dpcm del 15 gennaio ad un’ulteriore stretta per arginare l’arrivo della terza ondata del virus, confermando buona parte delle misure attualmente in vigore, a partire dal divieto di spostamento tra le regioni

Le regioni a rischio zona arancione e rossa da lunedì 11 gennaio

 

I dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) relativi al 6 gennaio indicano che in una settimana sono aumentate da sei a nove le regioni che superano la soglia d’allerta nazionale (30%) per i ricoveri Covid nelle terapie intensive. Aumentano poi da otto a nove le regioni che superano la soglia del 40% dei posti nei reparti ospedalieri. “Si intravede l’inizio della terza ondata”, scrive la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale (29 dicembre – 5 gennaio 2021), rilevando che sta avvenendo “l’inversione della curva dei nuovi casi, dopo sei settimane consecutive di calo”. I numeri sono tutt’altro che incoraggianti anche per Massimo Galli, direttore di Malattie infettive presso l’ospedale Sacco di Milano: “Mi auguro che non ci si debba trovare in una situazione simile a quella di due mesi fa. Ma i numeri – ha detto – non sono per niente rassicuranti”. Per il presidente del Gimbe, Nino Cartabellotta, “non è più accettabile l’affannoso inseguimento del virus con l’estenuante alternanza di restrizioni e allentamenti che, di fatto, mantiene i servizi sanitari in costante sovraccarico, danneggia l’economia del nostro Paese, produce danni alla salute delle persone e aumenta il numero dei morti”. Una posizione vicina a quella del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac), per il quale la zona gialla istituita in 11 regioni in novembre non sembra essere stata di aiuto nel controllare l’andamento dell’epidemia. Ecco quali regioni, secondo quanto scrive La Stampa, potrebbero cambiare colore da lunedì:

Dodici le regioni che possono cambiare colore a causa dell’innalzamento dell’Rt. Tre – Calabria (1,09), Liguria (1,07) e Veneto (1,07) – avevano in base all’ultimo monitoraggio un Rt superiore all’1 anche nel valore inferiore e, dunque, in caso di peggioramento, si collocherebbero automaticamente in zona arancione. Altre 3 – Basilicata (1,09), Lombardia (1) e Puglia (1) – superavano l’Rt 1 nel valore medio e anche queste potrebbero essere arancioni. Rischiano anche l’Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia e le Marche, che sfioravano l’Rt 1 (rispettivamente 0,98, 0,96 e 0,99), la Sardegna, che aveva un Rt a 0,78 ma era classificata a rischio non valutabile – equiparato a rischio alto – poiché non aveva trasmesso i dati completi, il Lazio, che ha un indice di trasmissione di poco sotto l’1 e la Sicilia. Quest’ultima potrebbe però passare direttamente in zona rossa visto che i tecnici regionali, sulla base dell’alto tasso dei contagi, hanno suggerito al presidente Nello Musumeci un provvedimento simile della durata di 3 settimane

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In ogni caso, scrive il Corriere, sembra inevitabile che venga prorogato per tutti il divieto di spostamento tra regioni:

Il quadro epidemiologico allarma gli scienziati e porta la linea del governo verso ilrigore. Ecco perché dal 16 gennaio sarà certamente prorogato il divieto di spostamento tra le regioni. La deroga per i piccoli comuni al di sotto dei 5.000 abitanti sarà mantenuta per chi risiede in una regione in fascia arancione, con le stesse limitazioni del periodo natalizio: non allontanarsi più di 30 chilometri (anche sconfinando fuori regione) e non raggiungere il capoluogo di provincia

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