Le cinque grandi opere pronte al via nel Nord Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-08

Una di queste, l’Alta velocità Brescia-Padova, in realtà è già partita con la pubblicazione dei bandi di gara e la verifica consiste semmai nel capire se il decollo avverrà effettivamente senza scossoni e nel rispetto del cronoprogramma

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Sono cinque le grandi opere pronte per partire, dotate di tutti i pareri tecnici e delle approvazioni progettuali necessarie. Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Giorgio Santilli spiega oggi che su queste opere si misurerà subito la volontà del governo di accelerare le infrastrutture rispetto al precedente Esecutivo.

Una di queste, l’Alta velocità Brescia-Padova, in realtà è già partita con la pubblicazione dei bandi di gara e la verifica consiste semmai nel capire se il decollo avverrà effettivamente senza scossoni e nel rispetto del cronoprogramma. Le altre quattro opere sono sempre state molto divisive fra M5S e Pd, a Roma e sui territori, e sono quindi il vero “test cantieri” per il governo e per il neoministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, che ha già dichiarato di voler eliminare i veti politici alle opere. Si tratta della Gronda di Genova, su cui il ministro si è già pronunciata a favore, ricevendo in cambio le primo bordate M5S, della bretella Campogalliano-Sassuolo, pronta da tempo ma rallentata dall’ex ministro Toninelli per ulteriori analisi, del passante di Bologna, su cui il punto chiave è sempre il rapporto con Aspi, e del nodo Alta velocità di Firenze

cinque grandi opere al via
Le cinque grandi opere pronte al via nel Nord Italia (Il Sole 24 Ore, 8 settembre 2019)

Le cinque opere pronte ai blocchi di partenza hanno acquisito le condizioni per partire grazie al lavoro della struttura di missione guidata da Alberto Chiovelli di cui ora la ministra dovrà decidere la riconferma. Anche nell’era Toninelli Chiovelli e la struttura di missione hanno continuato a lavorare per far avanzare l’iter delle opere fra non poche difficoltà. La Gronda resta l’opera più impegnativa per il governo. Non pesa solo la questione della revoca della concessione per la A10 chiesta da M5S. Prima di partire serve anche il recepimento dell’accordo fatto in sede Ue sul piano economico-finanziario, con l’allungamento della concessione dal 2038 al 2042 per finanziare l’opera.

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