Le case in zone a rischio sismico e il bonus per ristrutturazioni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-09-05

La proposta di estendere la detrazione Irpef/Ires per la messa in sicurezza delle costruzioni

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I bonus fiscali per l’edilizia potrebbero essere utilizzati come strumento per la messa in sicurezza degli edifici. Un “sisma-bonus”, come lo chiama Il Sole 24 Ore, la cui proposta viene da Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente alla Camera:

L’idea è potenziare ed estendere la detrazione Irpef/Ires del 65% attualmente prevista fino al 31 dicembre per la messa in sicurezza delle «costruzioni adibite ad abitazione principale o ad attività produttive» che si trovano nelle zone 1 e 2 (quelle a maggior rischio sismico). Fermo restando il fatto che gli edifici esclusi dal bonus “specifico” possono beneficiare da sempre della detrazione “generica” del 50% sui lavori edilizi, che agevola anche gli interventi su parti strutturali delle case (si veda l’articolo in basso). Proprio la storia degli interventi di recupero edilizio, peraltro, può offrire indicazioni utili a definire al meglio il nuovo “sisma-bonus”.
Il dato da cui partire è che finora solo una minima parte degli investimenti in ristrutturazioni effettuati dalle famiglie ha riguardato componenti strutturali. Lo dimostra il rapporto del 2014, n. 83/1, del Servizio studi della Camera in collaborazione con il Cresme, che è ancor oggi il documento più dettagliato sul punto. «Gli interventi di manutenzione straordinaria effettuati fra il 2001 e il 2011 – si legge – hanno coinvolto il 58,6% delle abitazioni esistenti», ma solo il 9,2% è stato interessato da lavori sulle strutture (tetto, pilastri, muri portanti, eccetera). Nella maggior parte dei casi si è intervenuti sull’impiantistica e sull’estetica. Il Cresme stima che tra il 2001 e il 2011 siano stati eseguite opere strutturali su 2,7 milioni di fabbricati residenziali, rispetto a un totale di 13 milioni, di cui 6,9 costruiti prima del 1970 (la normativa antisismica per le nuove costruzioni è entrata in vigore nel 1974). Troppo poco, dunque. Inoltre, non si può neppure dare scontato che questi interventi davvero aumentato la resistenza delle costruzioni: basta vedere i crolli delle case di Amatrice e degli altri Comuni terremotati alle quali era stato da poco rifatto il tetto.

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Le case a rischio sismico in Italia (Il Sole 24 Ore, 5 settembre 2016)

Leggi sull’argomento: Le zone di Roma a maggior rischio sismico

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