Economia
Lactalis: bugie e verità sul latte e la salmonella in Italia
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2018-01-15
Lo scandalo del latte in polvere che fa ammalare di salmonellosi inizia a provocare le prime reazioni isteriche di chi consiglia solo prodotti locali (il famoso latte in polvere a km 0) ed invita a boicottare le aziende italiane del gruppo Lactalis come Parmalat e Galbani
Dopo la scoperta di alcuni casi di salmonellosi Lactalis, il più grande gruppo alimentare del settore lattiero-caseario, ha deciso di ritirare dal mercato in 83 paesi 12 milioni di confezioni di formule e prodotti per l’infanzia provenienti dalla fabbrica di Craon, nell’ovest della Francia. Il Ministero della Salute italiano ha reso noto che le Autorità francesi non hanno comunicato, tramite il sistema di allerta comunitario (RASFF), l’esistenza di lotti spediti verso il nostro Paese.
C’è un rischio salmonella per i consumatori italiani?
I primi casi sono stati riportati a dicembre ed al momento stando al ministero della Salute francese sono stati registrati 35 casi di neonati colpiti da salmonellosi in Francia. A gennaio il primo caso individuato fuori dai confini francesi: in Spagna. Mentre è ancora da verificare la notizia di un neonato ammalatosi in Grecia. L’amministratore delegato di Lactalis – colosso mondiale che possiede 100 marchi, tra cui Parmalat, ed è presente in 138 Paesi – Emmanuel Besnier, ha promesso risarcimenti a tutte le famiglie che hanno subito danni a causa della salmonella. Per il gruppo francese si profilano all’orizzonte tempi difficili e numerose cause per danni.
A complicare le cose il fatto che lo stabilimento di Craon è lo stesso dove nel 2005 si verificò un analogo caso di contaminazione da salmonelle. Il quotidiano Ouest France riferisce che gli accertamenti dell’Institut Pasteur nella fabbrica di Lactalis hanno rilevato come il batterio scoperto nel latte in polvere sia “molto simile” a quello individuato dodici anni fa. Segno che forse l’azienda non ha messo in campo i necessari controlli per prevenire ulteriori contaminazioni alimentari. L’azienda invece fa risalire la causa a dei “lavori” svolti ad inizio del 2017.
A titolo precauzionale il Ministero ha già avviato interlocuzioni con la Commissione europea e direttamente con le Autorità Francesi, per sollecitare ulteriori informazioni su Paesi e lotti interessati. Nella nota del Ministero vengono comunicati i codici dei cinque lotti di Milumel Bio, il prodotto per l’infanzia oggetto dell’allerta latte emesso da Lactalis.
Perché non ha senso boicottare i prodotti di Lactalis Italia
Per il momento quindi non c’è alcun allarme salmonella relativo ai prodotti per l’infanzia venduti in Italia. Le autorità sanitarie del nostro Paese stanno in ogni caso monitorando la situazione per garantire la sicurezza dei consumatori. Ciononostante in queste ore – affermano Flai, Fai e Uila in una nota congiunta – la notizia dello scandalo francese “sta generando in Italia una dinamica di informazioni distorte che rischiano di creare allarmismo e di determinare effetti negativi anche nel nostro Paese, non coinvolto in questo problema”. I sindacati lanciano l’allarme rispetto alla circolazione “delle “fake news” riguardanti la Parmalat che parlano di rischio per i consumatori italiani” sottolineando che nelle sue produzioni Lactalis Italia utilizza il 70% di latte italiano.
I timori dei sindacati sono ben fondati. Perché non solo in Francia ma anche in Italia si vanno diffondendo appelli a “sostenere i prodotti della nostra terra” e a boicottare le multinazionali, ovviamente malvagie. Tutta colpa della globalizzazione e – diciamolo – anche dei consumatori che non acquistano prodotti di stagione. Come se il latte o il latte in polvere fosse un prodotto soggetto a qualche stagionalità. Il meccanismo è semplice: la multinazionale globalizzata non fa il bene della popolazione.
Meglio invece acquistare “prodotti locali” (il famoso latte in polvere a km 0) che rispettano la filiera. Anche i parti prematuri curiosamente sono responsabili di questo sfacelo e c’è chi ci spiega che sono “scorciatoie”. Il fatto che gli stabilimenti di Lactalis Italia utilizzino latte italiano ovviamente è del tutto secondario.
Non poteva mancare infine chi dà la colpa alla ministra (non laureata!) della Salute Beatrice Lorenzin che non sta facendo abbastanza per proteggere gli italiani. C’è chi ci spiega che nel nostro Paese “quel latte gira da notevole tempo e proprio voi lo avete anche in casa”. Certezze granitiche che nessun allerta o comunicato potrà mai scalfire. C’è anche chi prova a fare chiarezza: Assoutenti Napoli, ad esempio, ha chiesto informazioni a Lactalis che ha spiegato che “nessuno dei prodotti realizzato nello stabilimento di Craon è commercializzato nel nostro Paese”. Essendo al momento la contaminazione limitata a quello stabilimento non c’è ad oggi nessun motivo di boicottare i prodotti di Lactalis Italia, che dà lavoro a lavoratori italiani e utilizza materie prime italiane.