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La vendetta del sindaco di Sassuolo contro i consiglieri che lo hanno costretto alla retromarcia per la multa all’elemosina
neXtQuotidiano 05/05/2020
Dopo le critiche il primo cittadino Gianfrancesco Menani annuncia la disponibilità a rivedere il provvedimento dopo le segnalazioni al Viminale e alla prefettura. Ma pubblica anche sulla sua pagina facebook il video “intercettato” di una conversazione tra consiglieri dell’opposizione in cui si parla del capo dei vigili come del sindaco-ombra della città
Qualche giorno fa abbiamo parlato della giunta leghista di Sassuolo e del sindaco Gianfrancesco Menani che hanno annunciato di voler multare chi fa l’elemosina. Il nuovo regolamento di polizia urbana proposto dalla giunta leghista e approvato in aula prevede infatti 56 euro di multa a chi darà soldi ai questuanti. Dopo le reazioni indignate dell’opposizione però Menani ha deciso di fare una mezza retromarcia, condendola però con una mossa molto curiosa.
La vendetta del sindaco di Sassuolo contro i consiglieri che lo hanno costretto alla retromarcia sulla multa per l’elemosina
“C’è la disponibilità a modificare l’articolo 61 del regolamento di polizia urbana perché l’obiettivo è colpire la malavita che sta dietro il racket, oltre l’accattonaggio molesto, non chi aiuta gli altri – ha detto Menani con un video messaggio – è stato strumentalizzato l’articolo in questione, il nostro scopo non è colpire la vecchietta che fa l’elemosina o chi ha davvero bisogno. Abbiamo sbagliato? Non lo so. So che come sindaco mi dico pronto anche a modificare l’articolo, adesso. Noi, di sicuro, aiutiamo le persone in difficoltà”. Ma il sindaco ha anche pubblicato un video sulla sua pagina facebook che riporta un dialogo avvenuto in streaming tra consiglieri comunali PD dove si parla del comandante della polizia municipale, Stefano Faso, come della persona che in questo momento comanda veramente in città. “Bisogna picchiarlo” si sente nella conversazione, dove Faso viene definito “uomo molto chiacchierato” e si fa riferimento al fatto che i sassuolesi devono rendersi conto che “adesso chi comanda è lui, che fa politica”.
Faso ha annunciato una querela per diffamazione nei confronti dei consiglieri del Partito Democratico Mesini, Savigni e Lenzotti. Intanto partono una lettera al prefetto e un’interrogazione parlamentare al Viminale sul caso dell’ordinanza: nell’interrogazione alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese la deputata del MoVimento 5 Stelle Stefania Ascari scrive che a Sassuolo si sarebbero riscontrate “chiarissime violazioni di libertà costituzionalmente garantite”. Vengono citate nell’interrogazione le “segnalazioni informali da inserire in un raccoglitore per stimolare la carita’ consapevole” e si richiede “un intervento, anche per il tramite della Prefettura, per le opportune verifiche”. Nella lettera al prefetto di Modena Pierluigi Faloni, i pentastellati considerano la disposizione all’articolo 61 del regolamento comunale di Polizia urbana di Sassuolo “un atto di una gravita’ inaudita, che va al di là del provvedimento tecnico”. Gli oltre 40 pentastettati firmatari, in particolare, sostengono che il regolamento in ballo “vuole dare un indirizzo politico a questa amministrazione che va nella direzione dell’intolleranza verso i più deboli e agli ultimi, che in questo momento di emergenza Covid-19 stanno aumentando esponenzialmente, oltre che limitare la libertà personale dei cittadini”.