Economia

La retromarcia di Renzi sull'IMU a ville e castelli

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-10-20

Il premier annuncia che la norma nella Legge di Stabilità 2016 è diversa da come era stata descritta da tutta la stampa dopo la presentazione della manovra nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, e dice che le categorie catastali A1, A8 e A9 pagheranno. Hanno capito male tutti?

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Matteo Renzi  annuncia che la norma nella Legge di Stabilità 2016 è diversa da come era stata descritta da tutta la stampa dopo la presentazione della manovra nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, e dice che le categorie catastali A1, A8 e A9 pagheranno, secondo lo stesso meccanismo dell’abolizione dell’ICI nel 2008:

Altro che storie: ridurre le tasse non è di destra o di sinistra, è semplicemente giusto. Per la prima volta nella storia d’Italia le tasse vanno giù in modo sistematico, per tutti, non solo per qualcuno. Per tutti, per sempre!
A chi dice: ma la manovra sulla casa l’aveva fatta anche Berlusconi, dico che è vero. Perché negare la realtà? La norma è la stessa di allora, con due sole differenze: 1) noi non cambieremo idea come ha fatto lui nel 2011 che votò per rimettere l’ICI cambiandole soltanto il nome in IMU; 2) noi non faremo pagare il conto ai comuni della differenza. I sindaci possono essere molto felici di questa legge di stabilità: è pensata per loro e per i cittadini normali. Quelli che tirano avanti la carretta ogni giorno.
La norma è la stessa anche sulla questione dei castelli che dunque – a differenza di quanto si dice con tono scandalizzato – pagheranno (come per abolizione ICI del 2008). Ironia della sorte: i castelli furono parzialmente esentati dai governi successivi, anche di centrosinistra, perché considerate residenze storiche, ma le categorie catastali A1, A8, A9 avranno lo stesso trattamento della misura del 2008.

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Nella conferenza stampa di presentazione della legge di stabilità, a partire dal minuto 21 e 40, durante l’illustrazione della prima slide che recitava “Via le tasse sulla prima casa”, non menzionava in alcun modo il fatto che la norma fosse identica a quella dell’ICI e quindi che fossero esentate le categorie A1, A8 e A9. Da segnalare anche quello che ha scritto l’altroieri Vladimiro Frulletti, direttore dell’Unità, difendendo la norma e intendendo che il taglio delle tasse sarebbe stato sì per ville e castelli, ma anche per tanti altri italiani (e quindi implicitamente confermando quello che avevano capito tutti):

Ma facciamo finta di niente e accettiamo il giudizio di chi avverte che in Italia c’è una pericolosa dittatura da parte di un premier che però starebbe mettendo in atto proprio quelle idee che Lui voleva realizzare ma non glielo hanno permesso (proprio come l’invasione di cavalette impedì a John Belushi di andare al matrimonio della sua promessa sposa, The Blues Brother, 1980).
La prova? L’abolizione della tassa sulla prima casa anche a chi ha palazzi di lusso (più l’uso del contante alzato a 3mila euro dai mille attuali). La stessa prova usata anche nel pre-giudizio di sinistra. Se guardiamo ai totali della manovra (da un minimo di circa 27 miliardi a un massimo di 30) la questione non si porrebbe nemmeno. La tassa sui castelli vale circa 80 milioni su un totale ( l’intera abolizione della Tasi) di 3 miliardi e mezzo. Altroché un miliardo o 800 milioni! Quindi 3 miliardi e quasi 400 milioni sono tasse in meno per chi non vive né in ville né in castelli, ma in una casa di proprietà su cui nella stragrande maggioranza dei casi ha pagato o sta pagando un mutuo. Circa l’80% delle famiglie italiane vive in una casa di proprietà che quindi non è un lusso, ma una necessità.

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Infine ieri il ministro Graziano Delrio aveva motivato la decisione di non tassare anche ville e castelli spiegando che la platea era di appena 100mila persone per una cifra di 80 milioni di euro: piccole cifre rispetto al totale dello “sconto” per la tassa sulla casa. Anche Delrio aveva capito male? Da segnalare anche questa dichiarazione di Gianfranco Librandi di Scelta Civica, membro della commissione bilancio: si dice pronto a presentare un emendamento (per cambiare quindi la legge di stabilità) riguardo ville e castelli:

“Alle forze dell’ordine dobbiamo rispetto, gratitudine e riconoscenza. Non a parole, ma con i fatti e nelle sedi opportune, vale a dire in Parlamento. Credo che l’aumento in busta paga concesso dal governo sia un messaggio positivo ma non sufficiente. Dobbiamo trovare risorse in piu’, per dare sicurezza a chi garantisce la nostra sicurezza. Per questo presentero’ un emendamento, chiedendo a tutti i colleghi parlamentari di sottoscriverlo, per destinare 80 milioni di euro alla remunerazione degli addetti alle forze dell’ordine: si tratterebbe di circa 260 euro in piu’ all’anno, oltre quanto gia’ stanziato attualmente dalla legge di stabilita'”. Lo afferma Gianfranco Librandi di Scelta Civica, membro della Commissione Bilancio di Montecitorio. “La copertura di questa spesa puo’ essere garantita dalla permanenza della Tasi e dell’Imu prima casa sulle abitazioni di lusso, cioe’ le ville, i castelli e le proprieta’ di alto valore. Per chi le possiede, peraltro, si tratta di investire pochi spiccioli per remunerare chi quotidianamente difende quelle proprieta’ dai furti e dalla malavita: sarebbe un buon affare per tutti, innanzitutto- conclude Librandi- per il governo Renzi”.

Ha capito male anche lui? Ad occhio si direbbe invece che Renzi abbia cambiato idea dopo aver letto i commenti e le critiche sul punto. Meglio così.
Edit: Anche il senatore PD Federico Fornaro è della stessa idea:

“Il governo ha fatto retromarcia e ha annunciato che, contrariamente alle prime anticipazioni sulla legge di Stabilita’ 2016, i proprietari di ville e castelli continueranno a pagare l’IMU. Bene: un minimo principio di equita’ fiscale e’ stato ripristinato come richiesto con forza dalla minoranza PD in questi giorni. Adesso il governo rifletta anche sull’utilizzo intelligente del sistema delle detrazioni che consentirebbe una tassazione sulla prima casa piu’ equa con un significativo risparmio di risorse che potrebbero essere meglio indirizzate nella lotta alla poverta'”. Lo scrive in una nota il senatore della minoranza Pd Federico Fornaro.

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