La retata di furbetti del cartellino a Ficarra in provincia di Messina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-05

Indagati la metà degli impiegati di un Comune: «Abbiamo fatto così per trent’anni». 23 indagati, 16 destinatari di misure cautelari

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Ventitré dipendenti su 40 del Comune di Ficarra (Messina) sono indagati per assenteismo. Un numero record emerso da un’inchiesta della Procura di Patti che ha portato alla sospensione dalla funzione per 16 persone. Il provvedimento cautelare interdittivo è stato eseguito dai militari del Comando Provinciale di Messina su disposizione del gip. Per i 23 tra impiegati e dirigenti le accuse sono di truffa aggravata e continuata ai danni dell’ente pubblico e di false attestazioni o certificazioni.

La retata di furbetti del cartellino a Ficarra in provincia di Messina

Il provvedimento nasce da un’indagine avviata nel 2016 dai carabinieri della Compagnia di Patti che hanno accertato, anche attraverso riprese video, una cronica, diffusa e generalizzata abitudine degli indagati, dipendenti a vario titolo del Comune, ad allontanarsi per motivi personali dall’ufficio. I dipendenti finiti sotto inchiesta evitavano la timbratura dei cartellini o della scheda magnetica in modo da non far risultare i periodi di assenza dal lavoro e subire le decurtazioni di stipendio. Nel complesso gli inquirenti hanno accertato 650 assenze arbitrarie per un ammontare di oltre 12500 minuti.

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Tra i 16 destinatari della misura cautelare figurano, tra l’altro, tre dirigenti, rispettivamente delle area tecnica, amministrativa ed economico-finanziaria, che rispondono in concorso con gli altri perché avrebbero omesso di controllare i colleghi. In più, uno dei dirigenti comunali di Ficarra (Messina) sospesi dal servizio per assenteismo, oltre ad assentarsi lui stesso, avrebbe candidamente ammesso di aver agito “in quel modo per trent’anni, confermando di aver consentito che le condotte dei propri dipendenti fossero regolate in base alla coscienza personale”.

I dirigenti infedeli

Un altro dirigente, invece, “avuta contezza delle indagini in corso, avrebbe introdotto soltanto nel 2017 il ”registro delle uscite temporanee per servizio fuori dagli uffici comunali”, casualmente e drasticamente diminuite rispetto al passato, ammettendo, come poi emerso in sede di interrogatorio, che la prassi degli allontanamenti arbitrari fosse sempre stata ammessa in base al principio del ”si era sempre fatto così”. L’attività investigativa svolta dall’Arma ha dunque consentito di svelare, “ancora una volta e seppure in minima parte, il diffuso e patologico malcostume dell’assenteismo, gravemente lesivo della Pubblica Amministrazione, sotto il profilo della sua immagine e sotto quello finanziario per gli indebiti esborsi di denaro destinato a retribuire ore di lavoro non effettivamente svolte”.

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