La Germania vuole far cadere Tsipras?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-30

L’ipotesi sulla Stampa di oggi

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Un piano B così grosso non l’avevamo mai visto. Secondo Tonia Mastrobuoni che ne parla oggi sulla Stampa la Germania e la BCE avrebbero in animo di provocare la caduta del governo Tsipras per imporre una svolta alle trattative tra la Grecia e l’Unione Europea. Secondo il quotidiano torinese una delle ipotesi cui sta lavorando l?Eurogruppo è un default senza uscita dall’euro, con l’introduzione di una sorta di mini assegni ad uso interno, combinato con «piano umanitario», un programma di emergenza della Ue, che scongiurerebbe un prevedibile collasso delle banche e garantirebbe aiuti per la popolazione. Ma che presupporrebbe un cambio di governo o, addirittura, un esecutivo tecnocratico.

Alcuni ministri delle Finanze hanno chiesto già all’ultimo Eurogruppo, che si discuta un «piano B». E Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, lo ha evocato: «Se uno Stato membro dell’unione monetaria decide di non rispettare i propri impegni e smette di pagare i creditori, un default disordinato è inevitabile», ha avvertito, in un’intervista a Focus. Del resto, la scadenza che terrorizza l’Eurozona, quella del prossimo rimborso al Fmi, che Atene dovrà onorare entro il 12 maggio, si avvicina a grandi passi. E nelle mani dei governi europei, dopo tre mesi, non è ancora arrivato neanche uno straccio di proposta.
Per il clima che si respira negli uffici di Wolfgang Schaeuble, peraltro, sarà molto difficile che il governo tedesco si accontenti ormai di piani parziali, di bozze di programmi, che la Grecia, stando a indiscrezioni, ha presentato ieri e continuerà a discutere al livello più tecnico oggi tra Bruxelles e Atene. Varoufakis, peraltro, ha smentito di essere stato commissariato dal suo premier: in un’intervista su Zeit online, ha dichiarato «sono sempre io che decido e negozio, con l’Eurozona».

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L’argine a questa posizione, sempre secondo la Stampa, sarebbe Angela Merkel:

Certo, la posizione di Angela Merkel è meno dura, ma ci sono ormai molti Paesi anche più intransigenti di Schaeuble; all’ultimo Eurogruppo, il presidente Dijsselbloem ha dichiarato dunque che ormai serve un’agenda «completa» perché la trattativa di sblocchi. I «falchi» stanno rispondendo alle provocazioni dei greci con un «chicken game» altrettanto duro. L’elaborazione di scenari catastrofici sembra anche una risposta alla sfida di Atene a buttarsi per ultimi dall’auto, nella folle corsa verso il burrone.

Leggi sull’argomento: Il referendum di Tsipras

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