Gli incidenti sul lavoro in aumento nel 2017

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-04-08

Morti e infortuni in aumento: pesa la tragedia di Rigopiano. Su base annua il quadro statistico si presenta meno drammatico

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Nei primi 2 mesi di quest’anno i dati relativi agli incidenti mortali nei luoghi di lavoro sono in aumento. Secondo la Cgia, i dati pur provvisori denunciano che se nello stesso periodo del 2016 c’erano stati 95 casi, tra gennaio e febbraio 2017 sono decedute 127 persone (+33,7 per cento). Va tuttavia segnalato che quasi la metà dei 32 decessi in più registrati quest’anno sono ascrivibili ai 2 casi eccezionali avvenuti nello scorso mese di gennaio: il crollo dell’albergo di Rigopiano (Pe) e lo schianto dell’elicottero del 118 avvenuto nei pressi di Campo Felice (Aq).

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Incidenti sul lavoro: primi dati 2017

Oltre ai morti sul lavoro, sono in crescita anche gli infortuni: sempre nei primi 2 mesi di quest’anno sono stati denunciati 98.275 eventi: 1.834 in più (+1,9 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2016. “Un paese civile e moderno – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – non può accettare oltre 1.000 morti e quasi 700mila infortuni l’anno. Queste tragedie vanno combattute con maggiore determinazione, puntando sulla prevenzione e il contrasto a chi costringe moltissime attività, penso al caso dei subappalti, a operare in condizioni di poca sicurezza”. Se i primi dati congiunturali tornano ad essere molto preoccupanti, su base annua il quadro statistico si presenta meno drammatico. Tra il 2016 e il 2015, l’aumento degli infortuni in termini assoluti e’ stato dello 0,7 per cento, anche se la Cgia tiene a precisare che negli ultimi 2 anni, ad esempio, sono aumentati sia gli occupati sia lo stock complessivo delle ore lavorate: pertanto, ha poco senso mettere a confronto il numero degli infortuni di ciascun anno basandosi solo sui dati assoluti.
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L’aumento degli infortuni denunciati

Da un punto di vista statistico, correttezza impone di fare riferimento all’indice di frequenza degli incidenti: un parametro che viene calcolato rapportando il numero degli infortuni alle ore lavorate. Ebbene, tra il 2011 e il 2016 l’indice di frequenza degli infortuni è in costante diminuzione e nell’ultimo anno è sceso addirittura dell’1,3 per cento. E negli ultimi 45 anni il numero dei decessi e degli infortuni nei cantieri e nelle fabbriche è crollato: se all’inizio degli Anni ’70 gli eventi infortunistici sfioravano quota 1,6 milioni, nel 2016 sono scesi al minimo storico di poco superiore a 630.000 unità. Sempre nello stesso arco temporale, i morti, invece, sono passati da poco più di 3.650 a poco più di un migliaio. La posizione delle piccole aziende, segnalano dalla Cgia, è molto chiara: la sicurezza e la salubrità nei luoghi di lavoro è un valore irrinunciabile che va perseguito ogni giorno, ma vanno assolutamente eliminate le procedure puramente formali che non aiutano nessuno.
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Il numero di infortuni per ora lavorata

Un falegname ad esempio, ricorda la Cgia, con attività di verniciatura che assieme a un socio apre un’attività, nei primi 5 anni deve redigere (in alcuni casi anche 2 volte) moltissimi documenti: valutazione dei rischi; valutazione polveri di legno; valutazione rischio chimico; valutazione rumore e vibrazioni; valutazione stress; valutazione rischio incendio; valutazione scariche in atmosfera; valutazione rischio campi elettromagnetici; valutazione rischio esplosione e movimentazione manuale dei carichi. Inoltre, uno dei due deve partecipare al corso per Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) e aggiornamento; al corso primo soccorso e aggiornamento; al corso antincendio; l’altro socio alle visite mediche annuali; sessioni di formazione generale, specifica e aggiornamento.
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Serie storica infortuni sul lavoro

Se a queste aggiungiamo la documentazione richiesta in ambito ambientale, con tenuta registro rifiuti e Mud, la valutazione di impatto acustico, l’autorizzazione per emissioni in atmosfera, etc., non basta una parete attrezzata per contenere tutti i fascicoli prodotti. “Sebbene ci siano diverse istituzioni pubbliche che a vario titolo esercitano l’attività di vigilanza e di controllo in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – dichiara il segretario della Cgia Renato Mason – con le poche risorse umane ed economiche a disposizione, questi enti hanno comunque conseguito dei risultati molto importanti. Il calo degli infortuni e dei morti sui luoghi di lavoro avvenuto in questi ultimi decenni e’ merito anche dell’insostituibile lavoro svolto dal personale di queste strutture. Ovviamente tutto cio’ non basta, ma la strada intrapresa e’ quella giusta”.
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Dati regionali infortuni sul lavoro

Per capire quali siano i settori maggiormente esposti al rischio infortuni e’ necessario tentare di pesare il numero di infortuni per le ore lavorate nei rispettivi comparti. I dati sugli infortuni per settore, tuttavia, sono fortemente interessati da alcune criticita’ che riguardano la presenza di un numero significativo di casi per i quali il comparto non e’ determinato (circa 100mila l’anno) e dalla presenza di piu’ gestioni. In ogni caso, dai primi risultati calcolati sull’anno 2015, si evince come il comparto piu’ critico sia rappresentato dal settore acque/reti fognarie/rifiuti seguito da trasporti, agricoltura, estrattivo, costruzioni e manifatturiero. Tra i meno esposti risultano invece i settori delle attivita’ professionali/scientifiche/tecniche, di quelle finanziarie/assicurative, dell’informazione/comunicazione e del commercio.

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