Il metodo delle false separazioni per pagare meno tasse

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-02

Secondo stime elaborate negli scorsi anni dal centro studi dell’Ami (l’associazione avvocati matrimonialisti), la separazione simulata arriva a rappresentare il 7% di tutte le separazioni consensuali che si richiedono in Italia

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Le false separazioni o separazioni simulate, secondo stime elaborate negli scorsi anni dal centro studi dell’Ami (l’associazione avvocati matrimonialisti), arriva a rappresentare il 7% di tutte le separazioni consensuali che si richiedono in Italia. Lo racconta oggi il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Patrizia De Rubertis che si tratta, nel dettaglio, di 6.400 separazioni sulle oltre 91.000 del 2018 (erano, ad esempio, 89.303 nel 2014) per i più svariati scopi: si va da chi cerca di ottenere l’assegno sociale, chi vuole pagare qualcosa in meno di tasse, chi punta a comprarsi la seconda casa con le agevolazioni previste per la prima o chi non vuole più pagare l’Imu e la Tasi della casa al mare o in montagna.

Senza contare i vantaggi che si possono ottenere indeterminate graduatorie, come quelle per l’assegnazione di una casa popolare o dell’agognato posto all’asilo nido. La separazione fa, infatti, venire meno il cumulo dei redditi e questo determina sgravi fiscali importanti, come la riduzione del costo delle tasse universitarie per i figli e i ticket sanitari. E i costi per i furbetti sono addirittura irrisori: per ottenere la separazione consensuale –che è quella scelta da oltre l’82%delle coppie–si spendono meno di 500 euro.

POCA SPESA, massima resa e pochissime possibilità di essere scoperti dal momento che i giudici non hanno poteri per verificare la simulazione di una separazione. E anche la guardia di finanza o l’Agenzia delle Entrate non hanno i mezzi sufficienti per effettuare controlli nei confronti di queste coppie che, se scoperte a stare sotto lo stesso tetto, potrebbero sempre dichiarare di essersi riconciliati da poco. Come spiega l’Ami, infatti, “la separazione non scioglie il matrimonio, ma lo sospende. I coniugi separati restano comunque ancora sposati e possono tornare insieme senza dover nemmeno informare il tribunale o il fisco. I furbi delle separazioni per finta non verranno così mai scoperti e, se scoperti, sarà difficile riuscire a sanzionarli”.

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Le false separazioni e il fisco (Il Fatto, 2 dicembre 2019)

una finta separazione consensuale potrebbe portare a far risparmiare a una coppia con un reddito medio alto (80-100 mila euro l’anno per il marito libero professionista e capofamiglia con moglie casalinga o lavoratrice part time), fino a 7 mila euro l’anno di Irpef con un assegno di mantenimento, accordato alla moglie, di 3.000 euro al mese.

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Divorzio e separazione (Fonte: Antonio Privitera.it)

Ma, ricorda infine il quotidiano, chi si separa in modo fittizio commette un reato che, nel caso di comportamenti finalizzati all’evasione fiscale, può configurare una truffa ai danni dello Stato, e può portare a pene detentive fino a 5 anni di reclusione.

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