Le differenze tra Hard Brexit e Soft Brexit

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-20

Cosa succede sugli europei che vivono in UK, le regole dei mercati finanziari, i miliardi che Londra pagherà alla UE

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Il Messaggero pubblica oggi uno specchietto riepilogativo a cura di Marco Ventura che spiega le differenze tra Hard Brexit e Soft Brexit, ovvero tra i due modi con cui il Regno Unito darà attuazione al referendum che lo scorso anno ha deciso l’addio all’Unione Europea. Il segretario di Stato per la Brexit, David Davis, ha ribadito ieri l’intenzione del Regno Unito di uscire dal mercato unico e dall’Unione doganale: “Solo cosi'”, ha spiegato nella conferenza stampa congiunta con il capo negoziatore Ue, Michel Barnier, “potremo negoziare trattati di libero scambio con il resto del mondo”. Partendo dalle priorita’, da parte britannica, c’è ottimismo sulla soluzione per garantire ai rispettivi cittadini gli stessi diritti di cui godono ora. Si tratta di oltre tre milioni di europei nel Regno Unito e di circa un milione e mezzo di britannici nell’Unione europea. “Si dovrebbe trovare una soluzione in tempi ragionevoli”, ha detto Davis, che ha aggiunto di voler presentare una proposta di soluzione su questo aspetto già lunedì prossimo. Più difficile la soluzione del problema sul confine irlandese: “l’obiettivo e’ mantenere una frontiera flessibile fra nord e sud ma ci vorra’ tempo”, ha osservato. Durante la conferenza stampa non si e’ invece parlato della questione finanziaria, su cui le posizioni sono lontanissime. Secondo l’Unione europea, Londra dovra’ rispettare tutti i suoi impegni economici nel restante ciclo finanziario (che si concludera’ nel 2020) oltre a dover sostenere i costi del negoziato e dell’uscita stessa: anche se non sono mai state fatte cifre precise, si tratta di decine di milioni. Il Regno Unito dovrà poi uscire da 11 istituzioni e una quarantina di agenzie comunitarie.

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Il Messaggero, 20 giugno 2017

Intanto domani, a Lussemburgo, i rappresentanti dei 28 affronteranno la questione del trasferimento da Londra delle due agenzie europee Eba ed Ema, su cui i 27 sono divisi. E’ possibile che la questione arrivi sul tavolo del Consiglio europeo di giovedi’ e venerdi’. Per sintetizzare lo spirito con cui affronteranno il prossimo difficile negoziato, i due interlocutori sono ricorsi a citazioni illustri. “Qualcuno ha chiesto a Jean Monnet se era ottimista o pessimista”, ha cominciato Michel Barnier riferendosi al politico francese che fu tra i padri dell’integrazione europea, “la sua risposta, che sottoscrivo con l’umilta’ del caso, e’ stata ‘non sono ottimista ne’ pessimista, sono determinato”. Il segretario di Stato del Regno Unito, David Davis, gli ha risposto citando Winston Churchill: “L’ottimista vede un’opportunita’ in ogni pericolo, il pessimista un pericolo in ogni opportunita'”.

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