“I Gattopardi di Falcone sui palchi della commemorazione”, l’accusa di Gratteri al Maurizio Costanzo Show | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-26

Il magistrato ha parlato di ieri e di oggi, con alcuni soggetti che adesso salgono sui palchi del ricordo che, quando era in vita, hanno tentato di fermare il lavoro del giudice antimafia

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Il 23 maggio è stato il giorno della 30esima commemorazione per la morte di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta morti nella strage di Capaci. Anni che sono passati tra il sangue di altri attentati contro chi stava cercando di fermare quella cupola mafiosa di Cosa Nostra – come accaduto nel luglio del 1992 a Paolo Borsellino – e proclami fatti da tanti attori della scena politica. E sono stati gli anni dei “Gattopardi”: così Nicola Gratteri definisce tutti quei personaggi saliti sul palco delle commemorazioni dopo la morte del giudice antimafia. Gli stessi che, anche “dietro le quinte”, hanno tentato di fermare quel suo lavoro mentre era in vita.

Gratteri parla dei Gattopardi, ancora in vita, di Giovanni Falcone

Nicola Gratteri conosce bene le minacce perché anche lui, nella sua vita e lunga carriera, ne ha ricevute dalle organizzazioni mafiose, come la ‘ndrangheta in Calabria. E al Maurizio Costanzo Show ha voluto dire la sua sul ricordo di Giovanni Falcone.

“Quando è venuto Falcone in una trasmissione da lei (Maurizio Costanzo, ndr), c’erano delle persone che lo attaccavano in diretta. Gli dicevano ‘Giovanni, sei scappato, torna a Palermo, sei fuggito, sei andato a Roma’. Come se fosse andato a imboscarsi, quando invece era andato lì perché gli era stato impedito di lavorare a Palermo. Era stato al Ministero della Giustizia per fare riforme delle normative che poi, dopo la sua morte, sono state attuate dalla politica. Ricordo perfettamente quando lo hanno attaccato, quando lo accusarono di aver nascosto le informative – che all’epoca si chiamavano rapporti nei cassetti -, e i Gattopardi sono quelli che lo hanno attaccato e poi sono saliti sui palchi per le commemorazioni. Perché ieri a Palermo c’è stata la commemorazione di Falcone, ma c’è stato anche il rito dei Gattopardi, perché ancora ce ne sono di vivi che salgono sui palchi per commemorare Falcone. Perché Falcone è stato deriso, sghignazzato, gli hanno detto che era un montato, che era uno sceriffo. Gliene hanno dette di tutti i colori. Poi, dopo morto, è facile salire sul carro dei vincitori”.

Parole che pesano come macigni. Parole che raccontano quel che già trapelava – e che Falcone stesso sospettava, così come Paolo Borsellino – in quegli anni di attentati sanguinari contro i magistrati. E che oggi, ancora oggi, rafforzano concetti su cui ancora non è stata fatta piena luce.

(fotto e video: da Maurizio Costanzo Show)

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