«Governo, la macchina del falso»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-04-02

La prima pagina del Fatto sui numeri ballerini di Renzi e una meravigliosa ipotesi sui dati del lavoro

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Il Fatto apre oggi con una prima pagina tutta dedicata ai numeri ballerini del governo Renzi, ovvero con l’abitudine ormai consolidata da parte dell’esecutivo di utilizzare in maniera “fantasiosa” i dati per fare propaganda.
governo macchina falso
All’interno una bella intervista a Luca Ricolfi, che spiega bene la filosofia di vita del governo Renzi:

Giovedì scorso, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha parlato di 79 mila contratti stabili in più a gennaio-febbraio 2015, rispetto al 2014”. Salvo poi ridimensionare non poco le cifre dopo essere stato chiamato in causa da Ricolfi con un editoriale apparso domenica scorsa. Come in passato, infatti, il ministro si era dimenticato di comunicare anche i contratti nel frattempo cessati. Lei ha parlato addirittura di “segnali di fumo” mandati dal governo.
Perché c’erano numerose anomalie in quei dati comunicati alla stampa da Poletti.
Quali?
Mancava quasi tutto. I dati ufficiali sono trimestrali e relativi a tutti i tipi di contratti e di settori, e inoltre includono anche le cessazioni. I dati forniti dal ministro nei giorni scorsi, invece, ignorano le cessazioni, sono al netto del lavoro domestico e della Pubblica amministrazione e sono lacunosi (ci sono certi mesi dell’anno e non altri).
Com ’è possibile che un ministro arrivi a comunicare solo dati parziali, peraltro senza metterli per iscritto?
Perché, come quasi tutti i politici, pensa che avere per un giorno i titoli dei giornali faccia bene alla salute dell’anima e porti voti al partito. Tanto poi se i dati sparati senza controllo vengono smentiti, quasi nessuno si premura di dargli altrettanta visibilità.
Poletti ha mentito deliberatamente?
Non credo vi sia alcun dolo, ma solo approssimazione, sciatteria, superficialità e disorganizzazione degli uffici. Io immagino una catena di comando di questo tipo (ma è solo una congettura): Renzi a Poletti: “Mi trovi qualche dato di cui possa entusiasmarmi con un bel tweet ?”
Poletti ai suoi: “Mi tirate fuori dall’archivio delle comunicazioni obbligatorie qualche dato che faccia vedere che il Jobs Act funziona?”
Funzionario agli informatici: “Andate un po’ a vedere se i dati delle assunzioni di gennaio-febbraio 2015 sono meglio di quelli di gennaio-febbraio 2014”.
Informatico: “Eureka, abbiamo un incremento a doppia cifra!”. Fine della catena, il tweet di Renzi è servito.

Leggi sull’argomento: Renzi, Poletti e la bufala dei posti di lavoro

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