Franco Gambacurta: l’uomo con la coppola che comandava a Montespaccato

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-19

Il suo nome girava già durante Mafia Capitale: era considerato persona fidata da Carminati e Senese. Oggi l’arresto con altre 57 persone e la contestazione del metodo mafioso

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Il suo nome girava già prima dell’inchiesta su Mafia Capitale, indicato come il padrone di Montespaccato, la borgata sulla Boccea dove comandano i calabresi e le vie sono così strette perché le auto parcheggiate sono macchinoni troppo grandi. Oggi Franco Gambacurta, nominato più volte nell’ordinanza che portò in cella Massimo Carminati, è finito in carcere insieme ad altre 57 persone accusate anche di associazione mafiosa.

Franco Gambacurta: il boss di Montespaccato

Per gli inquirenti era un personaggio “rispettato e riconosciuto anche dagli altri gruppi criminali”. Il suo nome ricorrere in diverse intercettazioni di indagini sulla criminalità romana come in conversazioni del gruppo Carminati in cui era individuato come riferimento per quel territorio. Franco Gambacurta era conosciuto nella zona come “l’uomo con la coppola” ed aveva – secondo gli inquirenti- un ruolo di egemonia nel quartiere. A lui facevano riferimento gli abitanti per qualsiasi tipo di problema come, ad esempio, in caso di furto di auto. Per gli inquirenti era lui il capo dell’associazione finalizzata ad una serie indeterminata di delitti aggravati dalle modalità mafiose (art. 7 L. 203/91), in particolare usura, esercizio abusivo del credito, estorsioni, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, intestazione fittizia di beni immobili, rapporti creditizi, attività economiche ed imprenditoriali, nonché di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla transnazionalità.

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L’infografica dell’inchiesta di Lirio Abbate su L’Espresso

Per gli inquirenti Gambacurta aveva contatti anche con Salvatore Nicitra, legato alla Banda della Magliana e meglio conosciuto come il Re dei Videopoker. Dalle indagini è emerso che nel 2013, in seguito a un prestito usuraio a un imprenditore, era nata una controversia tra il gruppo Gambacurta ed esponenti del gruppo criminale di Senese, noto come “O’ pazzo”, per la titolarità dei crediti vantati nei confronti della vittima.

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Il luogo del blitz a Montespaccato

Per questo i due gruppi avrebbero scelto proprio Nicitra per il ruolo di “arbitro” per trovare un accordo nella controversia stabilendo poi che l’imprenditore avrebbe dovuto pagare una somma di 100mila euro a ognuno dei contendenti. Durante le indagini sarebbe stato testimoniato anche un abbraccio tra i due, Gambacorta e Nicitra, avvenuto davanti a un bar del quartiere Montespaccato, alla periferia di Roma, considerato il quartier generale dell’associazione.

L’uomo con la coppola amico di Carminati e Senese

“Il suo è un gruppo su base familistica, – ha detto Michele Prestipino della DDA di Roma – molto attiva sul terreno dello spaccio e dell’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti: cocaina, hashish e marijuana. È un gruppo che ha tratto da questo traffico un reddito notevolissimo e dei proventi significativi e che ha di volta in volta investito in altre attività, anche lecite, economiche ma anche nell’esercizio abusivo del credito e nell’usura. Questo panorama – ha spiegato ancora – si è tradotto nella contestazione di molti reati di un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, di un’associazione anche a delinquire finalizzata alla commissione di tutti questi reati. Per molti di questi reati – ha concluso – è stato contestato l’utilizzo del metodo mafioso, in relazione alle condizioni di assoggettamento, di omertà che la presenza e l’egemonia creato da questo gruppo sul territorio di Montespaccato hanno determinato”.

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Da Ponte Milvio ai Castelli, dai Parioli a Ostia passando per Tuscolano e Anagnina, San Basilio e il Flaminio l’organizzazione che ha mutuato dalla Banda della Magliana alcune delle sue principali caratteristiche organizzative, come scriveva il GIP di Roma nell’ordinanza che ha portato in carcere Massimo Carminati, aveva legami con i movimenti eversivi della destra romana, con rappresentanti politici o manager di enti pubblici economici e rapporti con mafia, camorra e soprattutto ‘ndrangheta. Poi c’erano i boss come Gambacurta. Che oggi è finito in carcere.

 

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