Fabrizio Lucherini: il video del medico sulle cazz… del Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-22

Il responsabile del servizio di diagnostica per immagini al Nomentana Hospital, ha pubblicato ieri un video su Facebook nel quale dice molto a proposito dell’attuale epidemia di Coronavirus SARS-COV-2. Vediamo cosa dice e mettiamolo a confronto con quanto sappiamo di COVID-19

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Fabrizio Lucherini, medico, responsabile del servizio di diagnostica per immagini al Nomentana Hospital, ha pubblicato ieri un video su Facebook nel quale dice molto a proposito dell’attuale epidemia di Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19.

Fabrizio Lucherini: il video del medico sulle cazz… del Coronavirus

Vediamo quanto ha detto nel video Lucherini, che ha dichiarato nel filmato anche di avere i sintomi di COVID-19:

Se tu non fai i tamponi a tutti non puoi sapere chi muore e chi campa esattamente. (…) La mia storia di sintomatico, di medico a contatto te lo dimostra. Di me non sa un cazzo nessuno. Io non rientro nei numeri, e probabilmente sono un contagiato, che, mi auguro, ce l’ha fatta (…) cazzarola i numeri non sono questi, non vi fate abbindolare. Non è così che si fanno le cose. Se fai i tamponi a tutti e ti muore il 30%, puoi dire che la mortalità è il 30%, ma se fai il tampone soltanto a ‘sti cadaveri che ti arrivano che ormai c’hanno 39 di febbre, tosse pazzesca, difficoltà respiratorie e più di 80 anni e muoiono, poi in televisione ti vengono a raccontare ‘sta stronzata.

FABRIZIO LUCHERINI CORONAVIRUS

Che i numeri dei contagiati siano sottostimati è opinione molto diffusa nella comunità degli esperti: il Corriere della Sera oggi ha scritto che uno studio pubblicato su Science calcola che per ogni positivo ce ne siano almeno 5-10 non censiti. Un modello matematico firmato da Livio Fenga dell’Istat mostra a sua volta come il 12 marzo rispetto ai 12.839 casi denunciati in Italia, le persone infette dal Sars-CoV-2 potrebbero essere state 105.789. Se davvero i soggetti contagiati fossero fino a dieci volte tanto, la percentuale di letalità calcolata rispetto all’intera nazione scenderebbe su valori vicinissimi a quelli della Cina continentale. «Il tasso di letalità in Italia è più elevato perché, oltre ad avere una popolazione più anziana, non si stanno testando (e di conseguenza isolando) i casi più lievi», ha dichiarato recentemente il vicedirettore generale dell’Oms, Bruce Aylward. I positivi confermati sono i soggetti che hanno fatto un tampone.

Mettetevi in testa che alla fine di tutta questa storia la mortalità di questo cazzo di virus arriverà all’1-1,5%. Questa è la verità, perché non abbiamo idea di quanta gente è malata. Abbiamo soltanto quelli che sono in ospedale e soltanto a questi hanno fatto il tampone. In Corea l’hanno fatto a tutti, e allora hanno numeri più corretti. In Cina l’hanno fatto a tutti, in Germania lo stanno facendo a tutti. In questo Stato di merda in cui il tampone, non te lo fanno non perché manca quella stecchetta che ti mettono in gola, sai cosa manca? I reagenti, i microscopi, questo manca. Il personale che li legge, e sai perché? Perché hai tagliato la sanità.

Anche qui quello che dice il medico è sostanzialmente vero. In ogni Paese i tamponi sono stati effettuati con direttive diverse e variabili, spesso a seconda dell’urgenza del momento. Così in Italia (come in Cina) all’inizio si facevano testare tutte le persone «sospette» di contatto con casi positivi o a chi arrivava da zone «a rischio» (anche asintomatici), poi si è passati (dopo circa una settimana) a farli solo alle persone con sintomatologia seria, che sono però anche quelle più suscettibili di morte. Da allora, le percentuali sono cambiate e la letalità ha cominciato a crescere.

Il medico che dice che i numeri del Coronavirus sono falsi

Non sappiamo invece se i tagli alla sanità stiano davvero impedendo la possibilità di fare i test del tampone, ma è evidente che lo stato della sanità lombarda e veneta ha influito su quello che è accaduto in quelle regioni. Soprattutto dal punto dei vista della scarsità dei posti in terapia intensiva.

La scelta di chiudere tutta la nazione è dettata dal fatto che non possiamo fare i tamponi, hanno chiuso una nazione, ma ti rendi conto? Una follia (…) e ancora danno la colpa ai runner, ragionate con le vostre teste. Vi prego ragazzi mi girano i coglioni ma francamente non ne posso più. Aprite gli occhi, protestate, ricordatevi di questa paura, di questo tempo (…) Ma queste cose restano, sicuramente in noi medici queste cose restano. Gli eroi di che?

pier luigi lopalco tampone

Qui invece il collegamento è più labile: la questione della quarantena non pare collegata ai test del tampone, se non altro perché, come osservava qualche giorno fa l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco su Twitter, è impossibile fare 60 milioni di test in un giorno e comunque questo non basterebbe visto che andrebbero ripetuti almeno un’altra volta, se non due visto il tempo di incubazione. La quarantena pare invece collegata alla questione della scarsità di posti in terapia intensiva: visto che dai primi numeri sembra che il 20% di chi contrae la malattia abbia bisogno della terapia intensiva e per un tempo molto lungo che può addirittura arrivare a superare il mese, con un’epidemia feroce semplicemente i posti che oggi scarseggiano semplicemente non basterebbero più.

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