Le 4 regioni a rischio zona arancione o rossa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-11-11

14 Regioni, oltre alla provincia di Bolzano, entro la fine della settimana potrebbero rientrare nello scenario in cui sono necessarie misure più restrittive di quelle in vigore in tutta Italia. Le 4 a rischio zona arancione o rossa sono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto

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14 Regioni, oltre alla provincia di Bolzano, entro la fine della settimana potrebbero rientrare nello scenario in cui sono necessarie misure più restrittive di quelle in vigore in tutta Italia: non un lockdown generale per fermare la crescita dei contagi da Covid, ma qualcosa che ci assomiglia molto visto che più di due terzi del Paese sarebbero in zona arancione o rossa. Dopo aver firmato l’ordinanza per Abruzzo, Basilicata, Liguria e Toscana, che vanno ad affiancare Sicilia e Puglia in zona arancione – e quella che pone la provincia di Bolzano in zona rossa assieme a Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta – il ministro della Salute Roberto Speranza si è preso infatti ancora qualche ora per valutare non solo la situazione della Campania, già rinviata lunedì nel corso della cabina di regia, ma anche di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, tutte Regioni che, secondo gli esperti, potrebbero veder schizzare verso l’alto i propri parametri nei prossimi giorni e per le quali è necessario “anticipare” gli interventi.

Le 4 regioni a rischio restrizioni

Se si aggiungessero le 4 regioni indicate dall’Istituto superiore di Sanità, resterebbero in zona gialla solo Lazio, Molise, Marche e Sardegna, oltre alla provincia di Trento. Nel fine settimana, inoltre, scatterà un’ulteriore stretta in tutta Italia, con il Viminale che ha espressamente chiesto ai prefetti di convocare i Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica con un duplice obiettivo: incrementare i controlli per evitare gli assembramenti nelle zone più frequentate di città e località turistiche – come hanno ampiamente dimostrato le immagini dello scorso weekend – e di coordinare con i sindaci la chiusura di quelle strade e piazze dove si concentra la movida. L’indicazione che arriva dagli scienziati per Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto è chiara: “sulla base dell’ultimo monitoraggio ci sono 4 regioni che vanno verso un rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive” ha detto Brusaferro. Tutte e quattro, secondo il documento dell’Iss e della cabina di regia, si trovano nello scenario 4 (il peggiore tra quelli ipotizzati), con un rischio moderato ma “con probabilità alta di progressione a rischio alto”. La Campania, ad esempio e solo per citare alcuni parametri, ha un’incidenza di casi per 100mila abitanti di 633,48, sotto solo alle regioni già rosse, 21.434 nuovi casi in una settimana (seconda solo alla Lombardia), un rapporto positivi/tamponi salito in una settimana dal 10,5% al 18,1%. Nessuno esclude, dunque, che già nei prossimi giorni possano esser firmate le nuove ordinanze. E non è un caso che i governatori di tre delle 4 regioni a rischio – Stefano Bonaccini, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia – stiano studiando un’ordinanza ‘comune’ per evitare di scivolare dalla fascia gialla a quella arancione o rossa. L’idea è quella di introdurre autonomamente nelle tre regioni misure più restrittive di quelle già in vigore: restrizioni alla mobilità e contro gli assembramenti. Repubblica spiega nel dettaglio cosa chiuderebbe:

regioni a rischio zona arancione rossa

Tra le misure che prenderanno – e che hanno anticipato al ministro della Salute in numerosi contatti telefonici – c’è la limitazione della circolazione interregionale e, forse, una sorta di lockdown morbido del week end. Non è esclusa la chiusura totale o parziale di bar e ristoranti. Da affiancare a rigorosi controlli nei luoghi di aggregazione come parchi, piazze e spiagge, che ieri una circolare del Viminale ha promesso di intensificare a partire dal fine settimana nell’intero Paese. Ma non è finita qui. C’è il caso Campania ad angosciare l’esecutivo. I numeri non tornano, Speranza non può firmare ordinanze non giustificate dai 21 parametri. Oggi, comunque, affluiranno i nuovi dati. Difficile che la Regione sfugga alla stretta, probabile che diventi zona rossa. O meglio, che lo diventi quantomeno l’area di Napoli e Caserta, con quest’ultima che presenta parametri anche peggiori del capoluogo

Intanto ieri sera il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ospite di Carta Bianca ha smentito l’ipotesi di un lockdown nazionale dal 15 novembre: “Escludo che si possa fare un lockdown come quello di marzo e aprile. Ma non escludo che ci possano essere misure ulteriormente restrittive, tra l’altro nel mese di novembre che, come è noto, è un mese che si può prestare a interventi restrittivi. Così come si è intervenuti in Calabria, Pimeonte, Lombardia e Valle D’Aosta nei giorni scorsi, ci potrebbero essere interventi in altre Regioni. La data del 15 novembre non so dove sia uscita fuori… Non esiste questa data”

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