La strana storia di Emanuele che si autoaccusa per il pestaggio di Cremona

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-06-11

“Uno tira fuori una striscia di cartigienica con scritto “Salvini ama il prossimo tuo”. Tempo 10 secondi io, alcuni di Casapound ed alcuni ultras lo circondiamo”: l’incredibile status di Emanuele che si autoaccusa del pestaggio del ragazzo con la sciarpa al comizio di Salvini a Cremona

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Da qualche ora circola su Facebook, pubblicato dalla pagina Abolizione del Suffragio Universale, un post che fotografa lo status di un certo Emanuele, pubblicato alle ore 23 del 3 giugno scorso, ovvero dopo l’aggressione a un ragazzo che teneva lo striscione “Ama il prossimo tuo” durante un comizio di Salvini a Cremona.

La strana storia di Emanuele che si autoaccusa del pestaggio di un ragazzo a Cremona

Nello status c’è scritto: «Cremona, comizio di Salvini per sostenere il candidato sindaco del cdx. Migliaia di persone con 30 gradi di afa. Ad un certo punto arriva uno che come fisico ricordava l’uomo fumetto dei simpson che tira fuori una striscia di cartigienica con scritto “Salvini ama il prossimo tuo. Tempo 10 secondi io, alcuni di Casapound ed alcuni ultras lo circondiamo invitandolo a togliere quello schifo li ed una signora anziana gli urla “coglione spostati che non vedo il mioc apitano”; il tipo le risponde “dai vecchia siamo in democrazia vieni a togliermelo tu”. 10 secondi dopo la cartigienica l’avevamo noi ed il tipo è stato portato via dalla celere».

emanuele casapound aggressione cremona

A parte alcuni particolari, che d’altro canto potrebbero essere inventati di sana pianta, la dinamica raccontata da Emanuele su Facebook è molto simile a quella narrata dai media nel giorno in cui si sono svolti i fatti: una decina di minuti dopo l’inizio del discorso di Salvini in piazza Roma a Cremona il ragazzo ha sollevato lo striscione. A quel punto un individuo gli ha intimato di tirare giù “quella carta igienica” (ovvero, proprio come Emanuele chiama lo striscione) e a quel punto un altro l’ha attaccato da dietro e diversi individui lo hanno malmenato con calci e pugni. Dopo l’intervento degli agenti in borghese lo stesso Salvini ha sfottuto il ragazzo colpito: “Lasciatelo da solo, poverino, dai, un applauso al comunista dei giardinetti perché se non c’è noi non ci divertiamo”. Il ragazzo è stato anche colpito da uno schiaffo.

Il tizio che si autodenuncia su FB per l’aggressione di Cremona

Ma l’atto di Emanuele cozza contro il senso comune e la logica più elementare: se si rimane coinvolti in situazioni del genere, che di solito portano a indagini e accertamenti, perché “confessare tutto” vantandosene su Facebook ed esponendosi così a possibili guai? Un atto del genere è così profondamente stupido che la storia sembra essere proprio falsa. Eppure, scrivono gli admin della pagina che ha postato lo screen, il profilo di Emanuele sparisce circa tre ore dopo la pubblicazione del post. Probabilmente perché è stato messo alla gogna e sta ricevendo insulti per quello che ha scritto (chiamando in causa anche esponenti di altre formazioni politiche e rischiando così anche una diffamazione).

Ma la situazione poco dopo diventa ancora più curiosa. Perché sotto il commento che annuncia la cancellazione del profilo arriva subito dopo un certo Nicolò che, anche lui pubblicamente, prima prende le difese di Emanuele sostenendo che sta ricevendo insulti (il che non è per niente strano se qualcuno si autoaccusa di un pestaggio per ragioni politiche):

E poi però lo colloca sulla scena dei fatti, dicendo che “non sa nulla” (ah, ok), ma anche che “ha visto l’aggressione” (e allora non è vero che non sa nulla), “ma non conosce nessuno” (sicuro? Siamo al terzo cambio di versione) “sa di aver sbagliato in primis con Casapound” (perché avrebbe chiamato in causa persone o partiti che non c’entrano nulla), “ma non centra (sic) nulla in questo contesto” (ma non era lì a vedere l’aggressione? Non ha espresso soddisfazione per la fine del ragazzo portato via dalla Celere?).

Ma quando qualcuno gli chiede cosa ne sappia lui, Nicolò fa sapere che sta a Latina e non a Cremona eppure sa che Emanuele rischia una denuncia da Casapound.

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Insomma, sembra un po’ una commedia degli equivoci.

La testimonianza di una ragazza

Ma la storia si evolve: Selvaggia Lucarelli pubblica su Twitter e Facebook la testimonianza di una ragazza che dice di aver riconosciuto il tizio:

Ti scrivo perché uno degli aggressori ha pubblicato un post su Facebook in cui ha ammesso di aver fatto parte dell’azione violenta contro questo ragazzo.
Lo stesso ragazzo ha minacciato e insultato me e altre ragazze/ragazzi perché abbiamo organizzato una manifestazione di protesta contro Salvini (quella stessa sera). Specifico che la nostra manifestazione è stata autorizzata dalla questura di Cremona, non ci sono stati disordini, nemmeno una vetrina rotta. Eravamo dei cittadini armati solo di cartelloni e delle nostre voci.

Ti mando questi screen perché vorrei che ci aiutassi a fare in modo che questa storia venisse conosciuta da più persone possibili. Se non è un un’aggressione fascista questa.

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Ora, a parte che gli eventuali “riconoscimenti” non si fanno in anonimato ma nelle sedi opportune, va sottolineato che Emanuele ha postato sulla vicenda il 3 giugno; alcuni giorni dopo, ovvero il 9 giugno, la faccenda del pestaggio era diventata pubblica e ne avevano parlato in moltissimi. Possibile che l’autore dello status non abbia pensato che fosse il caso di cancellarlo, visto quello che stava accadendo e a prescindere dalla veridicità o meno del contenuto? Se così fosse, sarebbe un’impudenza incredibile.

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