Economia
Il dramma degli investimenti pubblici in Italia
di Mario Neri
Pubblicato il 2017-08-07
I soldi vengono stanziati ma non spesi. Le opere concluse sono il 25% di quelle previste. Alcune opere sono in ritardo di un decennio
Gli investimenti privati sono in ripresa in Italia. Sono cresciuti del 4,7% nel 2016 quelli in macchinari, mezzi trasporto, grazie soprattutto ai forti incentivi fiscali concessi dal governo. Quelli pubblici sono invece scesi del 4,5%, soprattutto a livello locale dove hanno segnato un 13,7%. Enrico Marro sul Corriere della Sera oggi spiega che secondo l’Osservatorio congiunturale dell’Ance, ci sono oltre 100 miliardi stanziati nel 2016 e 2017 per i prossimi 15 anni. Il Documento di economia e finanza prevedeva un aumento degli investimenti del 2% nel 2016. Ma l’Istat ha certificato un calo del 4,5%.
La situazione più grave riguarda la spesa per investimenti dei Comuni, che abbiamo visto è calata nel 2016 di oltre il 13%, ma che dal 2008 ad oggi ha accumulato un -47%, mentre la spesa corrente è salita del 9,3%. E non va meglio nel primo trimestre del 2017: spesa in conto capitale -3,5%, spesa corrente+2,8%. I quattro problemi «Dove sono finite le risorse?» chiede l’Ance. Che individua 4 problemi.
1) Gli enti locali, dopo 8-9 anni di Patto di stabilità interno, non sono più abituati a investire e hanno perso competenze.
2) Il nuovo codice degli appalti ha bloccato i bandi di gara fino a quando non sono stati risolti gli innumerevoli pasticci nella normativa.
3) Il contratto di programma dell’Anas è bloccato da 9 mesi. I soldi sono stati stanziati 20 mesi fa, le opere individuate, ma tutto è fermo in attesa di capire come finirà la fusione Anas—Fs. 4) Il ritardo nello sblocco del mega Fondo da 47 miliardi.
Insomma, conclude l’Ance,«si è interrotta la pesante caduta degli stanziamenti per nuove infrastrutture registrata a partire dal 2009». Cento miliardi sono stati messi sul tavolo. Ma rischiano di rimanere «incagliati nei mille rivoli della macchina amministrativa», avverte il vicepresidente dell’associazione, Edoardo Bianchi.
Del resto, c’èuna relazione della Corte dei Conti che spiega come stanno le cose. In essa sono esaminati i progetti (76) di investimenti pubblici nei sistemi di trasporto urbano (tra i quali le metro c di Roma e la metro di Napoli) previsti da una legge del 1992. Dopo 25 anni le opere concluse sono solo il 38% di quelle previste e 20 progetti sono stati definanziati per carenza progettuale degli enti locali. Alcune opere sono in ritardo di un decennio.