Attualità

Dove Amedy Coulibaly ha trovato i soldi per l'attentato?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-01-14

Nell’unico posto in cui potevano darglieli, ovviamente. In banca. Ovvero alla Cofidis, che gli ha accordato un prestito di 6000 euro, per il quale ha fornito garanzie in parte false

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La Voix du Nord ha pubblicato ieri una notizia esclusiva su Amedy Coulibaly, uno dei tre terroristi di Parigi, e su dove avrebbe trovato i soldi per la strage di Charlie Hebdo e la mattanza di Place de Vincennes. Secondo il quotidiano francese, Coulibaly avrebbe preso i soldi nel posto migliore di tutti: in banca. Avrebbe infatti chiesto un prestito urgente di 6000 euro alla Cofidis, società di prestiti francese specializzata nel credito a distanza, la quale gliel’ha incredibilmente accordato nonostante i suoi precedenti. Un prestito di «moyenne gamme», spiega la stessa Cofidis al quotidiano francese, per il quale non c’è bisogno di giustificare la spesa. della storia ha parlato anche Le Parisien.
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AMEDY COULIBALY E I SOLDI PER L’ATTENTATO
Nel video postumo pubblicato su internet domenica Coulibaly aveva detto di aver dato migliaia di euro ai fratelli Kouachi per «finire il lavoro». Secondo i documenti di La Voix du Nord, il 4 dicembre 2014 Coulibaly chiese un prestito personale all’agenzia di credito Cofidis con sede a Villeneuve-D’Ascq, per un totale di seimila euro. E secondo gli esperti, chiosa il giornale, le armi trovate nell’ipermercato kosher di Porte de Vincennes valevano proprio 6000 euro. Il quotidiano pubblica la richiesta di Coulibaly:

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Il documento di Coulibaly con la richiesta di prestito a Cofidis



LA COFIDIS E LA MANCATA GIUSTIFICAZIONE

Fa notare il quotidiano che le agenzie di credito non possono chiedere ai loro clienti come verranno utilizzate le somme richieste. In più, i documenti firmati testimoniano che Coulibaly ha cercato di avere i soldi il più presto possibile, riducendo il periodo per esercitare il diritto di recesso, che di solito è di 14 giorni. L’ironia della sorte è che secondo quanto scrive il quotidiano Coulibaly ha anche sottoscritto una polizza vita allo scopo di assicurare il più possibile il creditore e avere i soldi il prima possibile. La prima rata avrebbe dovuto essere onorata lunedì 5 gennaio. Coulibaly ha fornito tutte le garanzie necessarie per accedere al prestito. Tra i documenti, il quotidiano ha trovato un estratto conto del Crédit Agricole, la sua ultima bolletta telefonica, la dichiarazione dei redditi nella quale si certifica un reddito di 33714 euro nel 2013, ma anche una busta paga di un’azienda parigina per un totale di quasi tremila euro. Ha dichiarato di essere stato assunto a tempo indeterminato come project manager dal maggio 2007, ma l’azienda nominata, chiamata dal giornale, ha smentito tutto. I documenti erano falsi, ma in banca evidentemente non hanno verificato. La Cofidis ha fatto sapere che il suo lavoro è coperto da segreto professionale e quindi di non poter commentare la notizia. Ma ha anche spiegato che gli importi di cui si parla corrispondono a quelli di un prestito di fascia media, che di solito viene utilizzato per ristrutturazione di alloggi, e non vi è obbligo giuridico di giustificare perché si chiedano i soldi. Anche se a questo punto il dubbio è lecito: se Coulibaly avesse scritto “Quei soldi mi servono per un attentato”, forse nessuno se ne sarebbe accorto.

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