Dimissioni e poi Conte III: il piano di Giuseppe Conte per scongiurare le elezioni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-25

Il Presidente del Consiglio domani salirà al Colle per rassegnare le dimissioni. Ma si lavora già a un nuovo governo

article-post

Il Conte II ha ormai le ore contate. Ormai il dado è tratto. Il Presidente del Consiglio si recherà domani al Quirinale per rimettere il proprio mandato nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A quel punto lo scenario più probabile è che il Capo dello Stato incarichi Conte di provare a formare un nuovo governo (il Conte III), che vedrebbe tornare prepotentemente in gioco Italia Viva e i renziani, vero e proprio ago della bilancia che separa il Paese da nuove elezioni.

Nessuno (o quasi) vuole nuove elezioni

Elezioni che nella maggioranza non vuole praticamente nessuno, ad eccezione di alcune frange alla sinistra del Pd, pronta anche ad andare alle urne pur di non tornare tra le braccia di Renzi, considerato ormai un avversario al pari – o quasi – di Salvini e Meloni. La pensa così anche l’ala più ortodossa del Movimento 5 Stelle, capeggiata da Di Battista, la cui presenza in un eventuale esecutivo è direttamente legata alla presenza o meno di Renzi. “O io o lui” ha fatto capire con chiarezza l’ex deputato M5S, per cui si era parlato negli ultimi giorni anche di un ministero. Una posizione sostanzialmente ribadita nelle ultime ore anche dal ministro allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli, uno dei big del Movimento, che in mattinata ha fatto sapere, in riferimento a Renzi, che “chi è parte del problema non può essere la soluzione”. Per il resto, nessuno dei principali partiti di centrosinistra gradisce la soluzione delle urne, anche a costo di ingoiare qualche rospo e di ripartire da dove tutto era finito, rimettendo in tasca l’orgoglio in nome di un rischio più grande.

Verso il Conte III 

Tutte queste ragioni, sommate insieme, rafforzano sempre di più l’ipotesi di un governo Conte Ter con il ritorno di fiamma di Italia Viva, da rendere tuttavia inoffensiva con un allargamento della maggioranza ai centristi e ai dissidenti di Forza Italia. Mancano ancora tre nomi per raggiungere la soglia di sicurezza in caso di eventuali nuovi sgambetti dall’interno. Quanto ai ministeri, nessuna possibilità di apertura ai maggiorenti di Italia Viva che hanno, di fatto, aperto e condotto la crisi di governo, ma non è escluso che possa esserci spazio per quei renziani moderati che in queste giornate di trattative hanno contribuito a raffreddare la tensione e a ricucire le distanze con la propria ex casa politica e, di conseguenza, con Conte.

Potrebbe interessarti anche