Attualità
ISIS: la minaccia alle chiese su Dabiq
neXtQuotidiano 31/07/2016
In copertina della rivista di Daesh un militante con la bandiera del Califfato che abbatte una croce sul tetto di una chiesa ed il titolo Break the cross. Poi invita i soldati nascosti ad attaccare i crociati
Nel giorno in cui cristiani e musulmani pregano insieme contro il terrore, l’Isis fa uscire la sua rivista ideologica Dabiq, che in copertina mostra un militante con la bandiera del Califfato che abbatte una croce sul tetto di una chiesa ed il titolo Break the cross, mentre al suo interno, invita i soldati nascosti ad attaccare i crociati. La rivista, in inglese, è in larga parte dedicata a spiegare perché si deve fare la guerra ai cristiani, ed in un passaggio si argomenta: “Tra questa pubblicazione di Dabiq e il prossimo massacro che verrà eseguito contro di loro dai soldati nascosti del califfato – ai quali viene ordinato di attaccare senza ritardi – i crociati possono leggere perché i musulmani li odiano e li combattono“.
ISIS: la minaccia alle chiese su Dabiq
Nella rivista, che è scaricabile in PDF qui, si trova anche una foto di Papa Francesco e anche un servizio in cui si descrive come apostata un soldato americano di fede musulmana ucciso in Iraq. Nell’articolo viene mostrata una foto della lapide del capitano Humayun Khan nel cimitero nazionale di Arlington, con l’ammonimento: “State attenti a morire come apostata”. Nell’articolo che accompagna le foto un anonimo americano “convertito nello Stato Islamico” esorta i musulmani a resistere ai piaceri della vita in Occidenti e li sprona a migrare nelle terre controllate dallo Stato Islamico o a effettuare attacchi in solitaria: «Tu sei dietro le linee nemiche, e puoi colpire dove fa più male». Il nome di Khan, morto nel 2004, è tornato d’attualità quando il padre Khizr, cittadino americano di origine pakistana e musulmano, ha criticato il candidato alla presidenza repubblicano Donald Trump alla convention democratica che ha reso omaggio a suo figlio per l’intenzione del miliardario di proporre un divieto temporaneo di entrata negli Stati Uniti per i musulmani.